Sudatissima ed apprezzatissima questa gara di Valbrona, tanto impegnativa quanto attesa per la coniugazione di eventi che la caratterizzava.
Infatti, nell’ adattissimo prato di partenza, con tendone, pista da ballo e palco per gli eventi, la domenica 9 luglio si sono concentrati: un raduno motociclistico, la continuazione della festa della birra e, ovviamente, la riuscitissima 5^ gara del Trofeo Trialario 2017.
Se da una parte il numero dei piloti è stato basso, cinquantanove più una dozzina di minitrialisti, dall’altra, l’effetto festa di questa località, grazie anche al generoso contributo dei ragazzi del White Speed Team, ha superato addirittura quello della gara di Valmadrera.
Anche se non siamo così amanti delle tracciature indoor, perché sono impegnative da preparare e per i piloti anche ripetitive da gara a gara, in questo caso, il contributo spettacolistico offerto proprio a lato del tendone dove venivano consumati i pasti (apprezzatissima la frittura di pesce) è stato davvero notevole.
Una zona indoor più ricca del solito e con la partecipazione di un gelso che accoglieva tra i suoi rami il passaggio finale della categoria Pro, a quasi due metri da terra.
Ogni volta ci vuole anche un po’ di fortuna, la pioggia che avrebbe dovuto cominciare a cadere, seppur leggera, dalle 11, ha fatto solo qualche goccia, nemmeno sufficiente a bagnare le zone, tre delle quali peraltro in un torrente già conosciuto a gare di 8 anni fa e più.
Questa gara però merita un discorso che parte da più lontano, perché non in tutte le località si riesce ad avere i permessi alla stessa maniera, per questa gara è stato infatti necessario il piano di impatto ambientale, redatto da un agronomo, le richieste di permessi molto più precise che in altri luoghi e ovviamente i consensi dei proprietari.
Mentre si perfezionava la laboriosa parte burocratica, il gruppo di ragazzi di Valbrona ha disseppellito il greto del torrente delle zone 1,2 e 3 che nel corso degli anni si era riempito di rami caduti, piccoli e grossi e gli ostacoli erano nascosti.
Il lavoro è stato tanto e, purtroppo nemmeno apprezzato da tutti, le guardie della comunità montana hanno dovuto intervenire più volte per smentire le segnalazioni che attribuivano a questi lavori di pulizia l’attività di taglio abusivo di piante.
Ma tolte queste problematiche, il risultato è stato eccellente.
Grande lavoro ripreso a ritmo serrato quindi nella giornata di sabato 8, zona indoor già tracciata, con ben 7 persone impiegate per la tracciatura della gara di minitrial, Cereda teso a rendere questa gara memorabile anche per il trasferimento e Mauro Raschitelli e Luciano Burinato che si sono alternati per condividere le fatiche dei due tracciatori “ufficiali” che hanno delimitato tutto il resto dei percorsi piantato i pali e posizionato le frecce.
Ottime le località delle zone e, per chi aveva tempo di guardarsi in giro, incantevole panorama verso le Grigne nella parte alta del trasferimento; l’impegno di avere un trasferimento panoramico e coreograficamente curato nei dettagli dei cartelli stampati e ben visibili non poteva passare inosservato.
Con una pioggia probabile e nemmeno tanto osteggiata, la tracciatura è stata, nelle intenzioni abbastanza tosta.
Ostacoli e rampe di dimensioni ragguardevoli un po’ per tutti e una compilation di curve e contropendenze per le prime due categorie, inframezzate da fiume con pietre non viscidissime ma scivolose il giusto.
Anche questa volta non si è fatto i conti con la bravura dei piloti di alta classifica, le zone che dovevano fare molte più vittime sono state invece superate molto bene da parecchi piloti che evidentemente le hanno capite già da subito.
Per vedere gli zeri abbiamo però dovuto assistere a sfoggio di classe: volee in aderenza, compressioni della gomma di trazione e scelta certosina delle traiettorie soprattutto nelle zone di torrente.
Hanno così totalizzato punteggi intorno alla quindicina di punti gli occupanti del podio della dilettanti, cosa che guardando le zone che avevamo tracciato non ci aspettavamo proprio, bisogna però evidenziare che dopo le prime posizioni aumentano i piloti che di fatica ne hanno fatta e la gran parte dei concorrenti ha fatto punteggi di parecchio più alti.
Le cadute, per fortuna senza infortuni, ci sono state comunque anche e soprattutto nelle categorie gialla e verde, con anche qualche bagno quasi completo nelle pozze che il fiume in qualche punto aveva formato.
Non siamo alla fine riusciti a mettere in difficoltà i primi 4 piloti della dilettanti, che proprio grazie alla loro ventennale o trentennale esperienza hanno saputo scegliere le traiettorie in modo da rendere praticabili i percorsi a colpi d’occhio più problematici.
Si afferma in questa categoria Paolo Borghi, non nuovo a questo gradino del podio, dopo una lotta all’ultima zona con Noris che rivediamo con piacere dopo la convalescenza e manco a dirlo lo rivediamo sul podio; è stato il suo incredibile giro a zero punti a riportarlo oltre i suoi avversari siglando il suo rientro alle gare nel migliore dei modi.
Meritatissimo il terzo posto di Malvestiti, finalmente in perfetta salute dopo l’incidente, che recupera il podio bruciando sul filo di lana Manzoni per il numero di zeri. Tutti piloti di classe e di esperienza diciamo dei tempi dei due ammortizzatori.
Gran lotta per il primo posto della Amatori, con un Balossi in ottima forma che sperava in zone molto più difficili grazie alle quali, in caso di buona prestazione, colmare lo svantaggio dovuto ai 10 punti di handicap alla partenza.
Purtroppo per lui le zone non erano così impraticabili come ai tracciatori erano sembrate, il fattore pioggia, attesa ma latitante ha fortemente influenzato un po’ su tutte le classi e spostando tutti i punteggi della parte alta della classifica verso il basso, non ostante l’altezza degli ostacoli, visibile nelle foto.
Altezza degli ostacoli che per le categorie Expert e Pro si riproponeva già a partire dala zona 2 ma anche alla 4 (indispensabile un jump di oltre un metro e mezzo di lunghezza e altrettanto di altezza per i pro), alla 5 (jump per i rossi di quasi due metri e muro di 160 cm per gli expert con rincorsa un po’ storta) e un bellissimo lastrone bianco alla zona 6, liberato dagli arbusti grazie al contributo dei ragazzi del White Speed, da fare diretto in terza piena o un po’ obliquo con doppio colpo di gas per superare un avvallamento e proseguire fino in cima alla rampa.
In questa sezione anche amatori e dilettanti avevano il loro impegno, terminando con una rampa con partenza in curva tutta di pesi e stare aggrappati.
Tornando alla classifica degli Amatori non ce la farà Balossi, primo in prestazione ma cacciato al terzo posto dai dieci punti handicap, vittoria per Macchè La Corte che beffa Pedroncelli per un punto, li segue Balossi che senza handicap avrebbe vinto con 6 punti di vantaggio; Mevio e Bianchi completano le prime 5 posizioni.
Notevoli, come già detto, le dimensioni di ostacolo per i piloti expert, alcuni di questi, lastre muri e sassi con salto non erano però la parte difficile della zona, altri invece lo erano.
Molto selettiva quindi come gara, perché data l’enorme scelta di traiettorie, chi riusciva bene già al primo giro dove gli altri non avevano pensato di passare risparmiava molti punti per tutti e tre i giri.
È così capitato a De Angelis, che non fidandosi di una partenza obliqua alla zona 3 ha cominciato già al primo giro a guadagnare vantaggio sul 5 di Macché, autore di splendidi passaggi al muro della zona 5, dove era l’unico a mettere la grinta necessaria a salire senza problemi, ma meno metodico nella stabilità di gara.
Con 15 punti al primo giro Macché non può più recuperare di fronte a De Angelis che totalizza 11 punti alla fine della gara.
Si piazza comunque secondo con un vantaggio abissale sui suoi inseguitori.
Fuori squadra Marco Vitari, dopo una settimana di turni, subisce a metà del secondo giro problematiche di crampi agli avambracci che gli impediscono di guidare la moto anche in trasferimento, costretto al ritiro apre agli altri il terzo gradino del podio cui era abituato.
Coglie l’occasione Bianchini che, con grinta notevole e stringendo avambracci e denti, recupera degli zeri anche in zone dove non sembrava perfettamente bilanciato sulla sua Montesa, proprio grazie a questa determinazione mostrata con un giro a soli 9, si piazza terzo.
A seguire abbiamo una conferma di Cristian Maresi, che per soli 20 secondi evita il fuori tempo massimo, davanti a Max Gatti sfortunato in gara di casa.
Colpito da uno stallonamento del posteriore che lo inabilita per tre zone, perde punti ma limita i danni alla quinta posizione, ottima per la classifica finale.
Da parte dello Sponsor Angelo B., nella persona del pilota Luca Valsecchi, per il giovane Maresi, che guidava con un pneumatico Golden Tyre oltremodo consumato, un incoraggiamento alla premiazione: una gomma posteriore nuova.
Manco a dirlo, grande spettacolo offerto dai piloti Pro, su zone sicuramente più scorrevoli ma sempre più somiglianti nelle dimensioni agli ostacoli della TR2.
Vince Sonny Goggia a mani basse, anzi più sono grandi gli ostacoli più lui sembra guidare a suo agio.
Dopo un inizio eccezionale, molto sicuro di se anche sul viscido, Michele Ruga cede la seconda posizione a Valerio Codega, bravissimo nelle prestazioni ma che confessa di essersi dovuto impegnare molto in questa gara, le zone erano quasi tutte da studiare per bene e questo è testimoniato dal tempo di percorrenza totale nonostante il basso numero di piloti.
Al quarto posto il giovane Azzalini, che ha sfoggiato anche lui grinta notevole sulle lastre e sui muri di cui abbiamo parlato.
Premiazioni ricche di acclamazioni anche per i minipiloti e di premi soprattutto per i giudici; ai festeggiamenti delle premiazioni c’è tra l’altro stata una propaggine presso la “residenza mobile” del gruppo della tempesta cairatese con graditissima anguria ananas e prosecchino per l’occasione.
Le foto testimoniano il clima di festa, ed il successo di questa riuscita coniugazione di Trial e festa “A tutta Birra”