Dopo lunga assenza si torna a Samolaco, località che ci aveva già ospitato nel 2006 e 2007, all’epoca offrendo solo un assaggio di quanta possibilità trialistica offre il territorio.

Questa volta, le premesse climatiche erano tutt’altro che accoglienti ma, sull’altro verso, la comunità trialistica locale ha espresso una predisposizione organizzativa incredibile se confrontata all’esiguo numero di elementi che hanno partecipato a organizzare questa gara.

Senza fare discriminazioni di importanza, nominiamo l’anima organizzativa di Samolaco, costituita da Massimo Capelli, che ha tenuto i contatti con le istituzioni locali.

A ben guardare ha anche individuato la maggior parte delle zone, su cui poi i tracciatori “ufficiali” del trofeo hanno apportato modifiche non sostanziali.

La tracciatura delle zone ha avuto, rispetto ad altri terreni, la problematica di non saper cosa scegliere tra gli infiniti e tutti appetibili ostacoli che il pendio offre.

Spesso la scelta è caduta su alcune asperità, invece che su altre solo, per consentire al giudice di vedere tutta la zona e ai piloti un ingresso più agevole.

Chi conosce il posto sa che è apprezzato per gli allenamenti dai piloti più forti della Lombardia, e, tra gli alberi del bosco, si vedono ogni tanto delle tracce di pneumatici salire su sassi tanti alti da essere coperti dalla visiera se non si alza la testa per vederne la fine.

Frequentissima la domanda sbigottita di chi passa in mezzo a quei macigni: “Ma chi è che sale di lì?”, e le risposte dei piloti locali indicano autore e momento in cui la vetta è stata scalata.

E quasi tutti i terreni in cui c’è questo universo trialistico sono di proprietà della famiglia di David De Boni, uno degli organizzatori e anche pilota di buon livello della categoria verde, che per una grave frattura a tibia e perone (non sulla moto) ha dovuto interrompere il campionato dello scorso anno dopo l’ottimo esordio di Buglio a pochi punti dal podio.

Pur assente dalle classifiche di gara ha in questa occasione potuto esserne un fondamentale protagonista nel contribuire a concretizzare l’evento.

Le tempeste di vento dell’inverno hanno dato parecchio lavoro ai ragazzi di Samolaco, tanto che, durante la tracciatura del sabato, la motosega che spesso è un attrezzo gradito era addirittura indispensabile.

Rami e alberi caduti in grande quantità da segare o spostare per permettere i passaggi migliori e rendere accessibili punti come le zone 4 e 5 mai toccati da ruote prima di un paio di mesi fa.

Ottima cooperazione quindi durante la tracciatura del sabato, cui hanno partecipato anche gli indispensabili Andrea Bianchini e Luca Mevio.

Loro potevano dare indicazioni sulla reale difficoltà degli ostacoli, ostacoli che nel, caso della prima zona, sembravano molto più difficili di quanto in realtà non fossero, tanto da invogliare i tracciatori a riposizionare oltre un quintale di sassi per ammorbidire l’attacco di una lastra alta più di due metri, ma molto ruvida e accompagnata tanto che proprio la categoria Pro è stata quella che ha avuto meno problemi su quella zona, ed anche per il resto della gara i piloti pro hanno dimostrato di gestire le zone tracciate con una disinvoltura che, data la dimensione degli ostacoli, non ci si sarebbe aspettati.

Con l’eccezione di David De Boni cui auguriamo di guarire al più presto, abbiamo ritrovato in gara gli altri piloti organizzatori tra le categorie Amatori ed Expert, benché anche il giorno della gara attivi nella gestione dei parcheggi della partenza e della cucina, tutte energie sottratte alla competizione a beneficio degli altri piloti ed accompagnatori.

Dopo una tracciatura faticosa ma anche conviviale, con brevi momenti di pioggia alternati da sprazzi di soleggiato, la domenica di gara è partita sotto tutt’altra accoglienza.

Un vento freddo e tanto forte da portare a mezza altezza la neve prelevata dalle cime e caduta nella notte, ha reso imprudente montare i gazebo per la partenza, che sono stati ripiegati e rimessi nel furgone.

Il personale della segreteria di gara, così come ogni pilota, ha cominciato ad aggiungere progressivamente strati su strati fino ad essere (i piloti) quasi troppo intabarrato per guidare.

Cielo scuro ma per fortuna intramezzato da strati di nubi meno dense, che permettevano l’arrivo di più luce.

Solo verso il terzo giro, un sole degno del mese di maggio ha fatto la sua apparizione, ancora accompagnato dal gelido vento, e ha permesso di scattare foto eccellenti ai piloti ancora in gara.

Malgrado il clima non proprio invitante, sono stati 81 i concorrenti, una cifra più che dignitosa, cui si possono sommare i 13 minipiloti che hanno percorso le spettacolari “mini” zone tracciate dal Fisto.

Partendo dalle prime zone a raccontare la gara, abbiamo notato che il grosso masso della zona 1 non creava alcun problema ai piloti rossi, mentre i concorrenti gialli sono stati davvero in pochi a superarla senza penalità.

Il fondo di torrente con sassi mobili di varie dimensioni ha favorito chi, con una certa forza fisica, lasciava scorrere il veicolo fino ad arrivare agli ostacoli veri e propri che questa volta erano stati dati da affrontare a tutte le categorie.

Per le categorie amatori ed expert erano d’obbligo gli spostamenti, che su fondo mobile hanno causato una discreta pioggia di piedi a terra; indenni da ciò, invece, i più professionali piloti della classe rossa.

Molto vario il terreno di gara, con greto di torrente, sottobosco e pietraia, con sassi di ogni dimensione soprattutto nella zona ai margini della frana e che speriamo di riproporre ed ingrandire nei prossimi anni.

Su questo terreno e con l’intenzione di tracciare una gara impegnativa ma accessibile a tutti (ringraziando l’aiuto del clima freddissimo ma per fortuna asciutto) è venuta una gara che ha soddisfatto la maggior parte dei piloti, seppur costretti ad un impegno intenso.

Godendo di ottima forma coma già in precedenti occasioni, la fa da padrone Pedroncelli nella dilettanti, 27 il suo totale, di buon margine sul secondo Andrea Bettega, ragazzo comparso pochi anni fa tra gli allievi della scuola Fisto e che sta già cominciando a raccogliere i frutti del suo impegno regolare, saggia scelta per lui saltare una zona prendendosi 5 ed evitare il FTM per 2 minuti, prima di sapere che con o senza quel 5 sarebbe comunque arrivato secondo.

Davvero inaspettato invece il terzo posto.

Luca Valsecchi, noto a tutti per la sua condotta di gara estremamente rapida e per la sua capacità di ricordare le zone con un rapido sguardo, milita di solito intorno alla decima posizione e a Samolaco, gara di rientro dopo una sosta obbligata di diversi mesi a causa di problematiche alla cartilagine del ginocchio, sicuramente non ci si aspettava di trovarlo in alta classifica.

Vero è che lo abbiamo visto molto composto ed efficace nel dare aderenza ma, addirittura da vederlo sul podio non lo pensavamo, del resto essere uno dei pochi a passare due volte a zero alla prima zona deve aver influito non poco sulla classifica.

Beffato per un punto da Valsecchi, Borghi finisce a 41 totali, davvero anche per lui un’ottima prestazione che ribadisce la sua abilità dopo un periodo di non assidua presenza nelle prime posizioni.

Il giovanissimo Leonardo Alietti lo segue con un punto ancora in più, dopo aver recuperato con uno splendido giro a 8 gli errori dei primo giro, tanto da battere per gli zeri Bettiga, anche lui a 42 punti.

Gradita sorpresa ed inaspettata soprattutto per l’impegno fisico che una gara come questa richiedeva, Clara Macchiavello completa a 43 punti, conquistando una settima posizione che vale tanto quanto più forti sono diventati i primi dieci piloti della dilettanti.

Dietro di lei, ancora solo un punto sopra, Bellati, che cede verso fine gara dopo aver fatto i primi due giri a livelli dei migliori, anche a causa del peggioramento di alcune parti del percorso.

Bellati rimane comunque in alta classifica davanti a Molteni, anche lui vittima di un peggioramento finale.

Sul percorso verde vince, senza troppe sorprese, un dinamico Paolo Ruffoni, sempre al comando dalla prime battute di gara e con una lieve flessione verso il finale ma non tanto da rischiare di perdere la leadership, discorso opposto per Gaspare Pomi, che al primo giro fatica a capire in che modo affrontare le zone ma che sul finale migliora tanto da recuperare addirittura sette posizioni e finisce a 22 contro gli splendidi 18 di Ruffoni.

Lotta per il terzo posto tra Fornelli e Luca Conti, la spunta Fornelli a causa di un peggioramento di Conti l’ultimo giro, ma solo di un punto, 25 a 26 quindi.

Riesce comunque a mantenersi al di sopra di Fantin, giovanissimo che incalza e che matura stabilità e compostezza di guida ogni mese che passa.

Grazie a questo batte Mattia Ghezzi, anche lui colpito dal peggioramento dell’ultimo giro ma sempre atletico e dallo stile interessante.

Torna in alta classifica Mirko Combi, che spesso ci ha già sorpreso con buone prestazioni nelle gare che richiedono impegno, e lo fa con il compagno di squadra, ma non di leva, Remo Canclini che con moto non proprio fresca di concessionario risale la classifica fino al nono posto, proprio in una gara impegnativa come questa.

Tutti vicinissimi i piloti seguenti, Aldeghi (già a podio nelle prime due gare), Robba e Luca Malvestiti precedono un pur bravo Marelli Bellotti che recupera terreno con un ottimo ultimo giro a 8 penalità.

Giornata di sorprese per la categoria Expert, dove due dei migliori piloti non erano in condizioni fisiche di affrontare un percorso così impegnativo, Delli Paoli infatti, alle prese con una spalla indebolita da precedenti lussazioni, non ha potuto sforzare troppo per non rischiare di doversi ritirare e Balossi comincia la gara anche lui in condizioni di salute non perfette.

L’altro occupante del podio delle precedenti gare, Galbani, comincia a capire come affrontare alcune zone solo al terzo giro ottimo a 4 punti ma non basta.

Si pone quindi in prima posizione De Angelis che compensa in questa gara i peccati commessi nelle precedenti, chiudendo con un totale di 8 punti più dieci di handicap.

Fuori competizione Delli Paoli e Balossi, rimane aperta la seconda piazza tra Bonvini e il giovanissimo Loris Riva, che dopo il primo giro era nettamente secondo.

Il giovane Loris non riesce a contenere la rivalsa di Bonvini che, dopo essersi scaldato chiude i successivi due giri a 3 e 7 recuperando lo svantaggio su Riva e finendo davanti a lui di 2 punti.

Terzo meritatissimo comunque Riva, anche perché vicinissimo c’era Bianchini, sicuro e composto sul suo terreno (anche se i percorsi non sono stati scelti da lui) stava quasi per cogliere l’occasione di salire sul podio.

Curioso il fatto che molti di quei punti che gli hanno impedito il terzo posto siano stati fatti alla prima zona, ma non sugli ostacoli: sul fondo mobile di dove ci si raddrizzava per le rincorse, cosa che tra l’altro è accaduta a molti.

Che la gara fosse intensa lo dicono i punteggi dei piloti oltre il sesto posto, Macchè La Corte è a 41 ma da Luca Mevio, che ancora regge il confronto con le zone, in poi si arriva fino ai 72 di Ivan Barilani che ricordiamo essere comunque un uomo da podio nella categoria precedente.

Meno sorprese nella categoria Pro, dove confluiscono concorrenti di buon livello che hanno primeggiato nella categoria expert del Trialario ma anche piloti che si stanno impegnando in competizioni nazionali (ed europee) e che dedicano all’attività molto tempo.

Tra questi ultimi i primi tre classificati.

La spunta Raffaele Pizzini che, con la sua guida elegante, porta la sua Honda al primo posto seppur cominciando con un 5 alla seconda zona ma mantenendo una freddezza che nemmeno tutti i professionisti hanno.

Al secondo posto, dopo un primo giro con diversi errori, Marco Gautiero, avrebbe probabilmente desiderato ostacoli più alti ma che dimostra la sua bravura con i successivi due giri a zero.

Anche Luca Poncia avrebbe desiderato ostacoli più cattivi, per i 3 errori dell’ultimo giro si vede superato da Gautiero di cui è bene non dimenticare quando nella Tr2 del regionale si era piazzato davanti a Cattaneo e Riva.

Fuori dal podio con poco distacco Codega, anche lui gabbato da uno spegnimento senza il quale poteva giocarsi il podio con Poncia, finisce quindi quarto a scapito di Ruga, che sul bagnato di Moggio ci aveva fatto vedere numeri notevoli.

Ripresosi dai dolori alla caviglia, Salvagni torna a prestazioni a lui più congegnali ai danni di Luca Ruffoni e di Fabio Macchè, ultimo in questa classe ma che ricordiamo aveva vinto nella expert ai danni di De Angelis.

Termina in orario la parte agonistica della gara, con pochi episodi di FTM, anche scusabili perché (casi di guasti e salute a parte) tra il vento freddo e la titubanza che crea il dover affrontare gli ostacoli senza aver guardato qualcuno del proprio livello mentre li supera, a parecchi piloti è capitato di doversi affrettare e a qualcuno di non riuscire a chiudere in tempo.

D’altra parte ci sono piloti estremamente rapidi come il citato Valsecchi per la Dilettanti, che finisce in 3 ore e 33′, Robba Manuel nella Amatori in 3 ore e 32′, Delli Paoli e Galbani, rispettivamente a 3.48′ e 3.40′, che evidentemente non hanno remore a passare senza studiare altri concorrenti.

Alla fine della gara, ad accogliere i trialisti, per i molti che ne hanno approfittato, una cucina sfornava polenta e spezzatini, che tutti hanno trovato squisito.

Calda in contrasto con il clima la premiazione: il Vicesindaco ha espresso apprezzamenti e viva soddisfazione per il successo dell’evento, seguito anche da un pubblico di appassionati, non folto ma assiduo, confermando già da adesso la sua disponibilità per il futuro.

Soddisfatti anche gli organizzatori locali che sono stati generosi di complimenti nei confronti di tutti i collaboratori alla riuscita, non ultimi i cuochi.

Da parte nostra rimane l’augurio di poter ripetere presto questo successo, e sarebbe bello poter portare su queste famose rocce un’altra delle nostre gare ma in veste di evento maggiormente titolato.

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