Comincia con Cairate la storia di questa gara, che appunto era prevista là, qualche domenica dopo la gara di Campionato Regionale.

L’emersione di diversi problemi con i permessi ha suggerito di cominciare a trovare un’alternativa che si è orientata verso la sempre disponibile Amministrazione Comunale di Buglio al Monte e anche, nell’intento di offrire terreni nuovi, verso il paese di Moggio.

Quest’ultimo, proprio per fortuna di questa voglia di novità, è stato contento di accoglierci.

I primi contatti sono stati presi grazie all’intercessione di Gabriele Aldeghi, che appunto è un residente e conoscitore delle mappe che identificano i territori di competenza comunale e che sono quelli che sono stati individuati per la tracciatura delle sezioni controllate.

L’Amministrazione Comunale ha dal canto suo fatto tutto quello che era nelle sue disponibilità per agevolare l’organizzazione di questa gara, fino addirittura a mettere a disposizione ben due equipaggi della Polizia Locale che hanno tutelato la sicurezza dei motociclisti nel breve tratto che dalle zone riconduceva alla partenza.

Utilissimi ed apprezzatissimi sono anche stati i volontari della protezione civile, che sono rimasti per tutta la durata della gara a segnalare il percorso agli incroci, senza lasciarsi intimorire dalla lieve ma freddissima pioggia che è caduta nella mattina per essere poi sostituita da un vento freddo di neve, infatti poco più su è caduta altra neve anche il giorno della gara.

Dovendo parlare di percorso, uno dei primi a commentare positivamente la ricchezza tecnica dell’area demaniale che si estende a partire dalla Sp 64 lungo il torrente, Silvano Brambilla è rimasto molto impressionato dalla varietà di ostacoli spesso molto tecnici e su cui è stato possibile tracciare le prime 5 zone, anche con sufficiente assortimento di fondo.

Questo è dovuto non tanto all’impegno dei tracciatori quanto alla disponibilità naturale della zone che, infatti, è spesso scelta per gli allenamenti dai piloti di categoria TR1 che gravitano intorno alla Lombardia e alla provincia di Lecco in particolare.

La manovalanza che ha preparato le zone si concentra in due nomi, e per questo ancora più indispensabili, il primo Aldeghi, l’abbiamo già citato come interlocutore con il Comune ed il secondo, Roberto Arrigoni, si è invece aggiunto per sostenere energicamente l’opera di tracciatura, con abilità e strumenti decisamente apprezzati.

Nella mattinata della domenica, la prevista pioggia sembrava essere in ritardo ed anzi, qualche sprazzo di sole metteva in dubbio l’attendibilità delle previsioni.

Invece poi l’acqua è arrivata, non troppa, ma abbastanza per giustificare il livello della tracciatura, sicuramente non troppo facile ma pensata per un percorso che avrebbe dato qua e là dei problemi di aderenza, che infatti ci sono stati.

C’è forse qualche outsider che di questi problemi non ne ha avuti affatto, ma la maggior parte invece è rimasta esattamente nelle previsioni di punteggio che qualificano il livello di difficoltà della gara all’interno della perfezione teorica.

Nel corso degli anni, accumulando centinaia di impressioni espresse da parte dei piloti, il Barte ha teorizzato che, in una categoria numerosa, i piloti tra i terzo ed il quinto posto devono terminare con un numero di penalità di poco superiore alla media di un punto per zona.

Questo potrebbe non succedere anche se il livello della gara è calcolato in modo perfetto perché capita che ci siano piloti che si trovano momentaneamente in una categoria più bassa rispetto al loro livello tecnico, ma in linea di massima il criterio è indicativo e di facile utilizzo per la valutazione della difficoltà del percorso.

Tornando a questa gara, la pioggia non ha reso impossibile nessuna delle zone, nemmeno la prima nel bosco, dove un impressionante passaggio per i Pro tra due alberi su ripido pendio ha fermato tanti concorrenti, senza però impensierire Michele Ruga, che anche nelle altre zone ha mostrato una compostezza a prescindere dal bagnato, per cui non ha stupito il fatto che alla fine andasse a stravincere.

Al secondo posto, con la Montesa 300 ritroviamo Pizzini, che alla gara di Piantedo aveva quasi soffiato il primo posto a Cattaneo e che comunque ribadisce di essere un pilota di livello.

Vale il terzo posto, l’impegno di Codega, che ha in ogni caso saputo dire la sua anche sugli ostacoli più seri; fuori dal podio Davide Franco e l’infortunato Salvagni, che, pur senza essere ancora guarito dall’infortunio alla caviglia, decide di entrare nella Pro, che al momento di massima forma sarebbe senz’altro la sua categoria.

Nella expert, il bagnato ha reso il confronto delle forze in campo meno prevedibile.

Escludiamo da questo confronto Massimiliano Delli Paoli, che del fatto che ci siano rocce scivolose sembra non “potergliene frega’ de meno”, infatti, sui sassi che hanno fermato più e più concorrenti, lui usciva quasi senza che la moto nemmeno risentisse del dislivello e senza perdere mezzo giro di trazione alla ruota.

Termina a 6 punti totali, non per errore di tracciatura facile ma per eccesso di abilità sua.

A seguirlo Nicholas Galbani, che sembra non essersi dimenticato la reattività atletica che aveva mostrato anni fa, conquista il secondo posto a 25 punti totali contro i 29 del costante Balossi.

Fuori dal podio piloti più accomunati da punteggi in crescita progressiva.f1

Dopo De Angelis troviamo Walter Pedroncelli, che sembra ormai aver perso la sudditanza nei confronti degli ostacoli blu e si permette di star davanti al giovanissimo e molto regolare Loris Riva e anche ad un Pontiggia molto atletico e spettacolare.

Di poco più indietro Macchè La Corte, Barilani e Bianchi, bravi a fasi alterne a seconda anche della cattiveria dei vari sassi e radici.

Non sono bastati gli splendidi passaggi di Max Gatti e Andrea Bianchini, usciti a uno dalla ostica zona due (solo Delli Paoli ha fatto meglio), ad entrambi si alternavano bei passaggi a imprevedibili scivolamenti anche su parti di zona già fatti a zero magari il giro prima.

Sorpresa nella categoria amatori dove Conti riesce a mantenere un stabilità esemplare su questo percorso bagnato conquistando il primo posto davanti ad Aldeghi, pilota sì di casa ma che non poteva conoscere nemmeno le zone, perchè assente durante la decisione dei percorsi, ed inoltre alcune zone erano impraticabili prima della cura e non disponibili all’allenamento.

Il terzo posto va a Rocco Parolo, dimostrando che il suo trionfo di Piantedo non era solo un caso.

A seguire troviamo Basile, Robba, Pomi e uno Strazzari in netta crescita, tutti concentrati nel giro di soli due punti.

Pochissimo più su Luca Malvestiti conclude una bella gara vicinissimo ai primi e davanti a Cereda che finalmente si prende un piccolo spazio dagli impegni organizzativi e rientra con una gara senza macchie facendo anche un po’ da minder a Gatti.

Rimane fuori dai 10 Marelli Bellotti, svantaggiato dall’avere aperto le zone ed infatti autore di un ottimo terzo giro totale a 4.

Sul primo gradino del podio della dilettanti troviamo un altro giovane: Luca Molteni, che chiude a 12 penalità totali.

Si conferma bravo pilota Pedroncelli, già in luce a Piantedo, con 6 punti in più ma davanti a Giorgio Del Pero che per questa gara ha scelto dalla sua collezione un Fantic 301 seconda serie, che evidentemente per il percorso giallo era sufficiente.

A trenta punti è buon quarto Mirko Gusmeroli, che come il suo successivo antagonista Azzoni è autore di un peggioramento sulla fine della gara, forse per l’emersione di qualche sasso o radice traditrice.

A 31 punti, come Azzoni, è Garzetti, sempre con il fido Fantic 240 davanti a Bettiga e Alietti entambi giovani.

Meno giovani i superveterani ed esperti che seguono, Tavaglione e Borghi tutti questi piloti concentrati in soli due punti e apprifittano del cedimento di Luciano Malvestiti verso la fine dopo un inizio ottimo con 7 al punti primo giro.

Non abbiamo ancora accennato al numero dei partecipanti, che all’inizio sembravano non volersi avvicinare al tavolo della partenza, sceso di una decina rispetto alla gara di Piantedo, complice forse il clima e una concomitanza di evento .

Ma era una situazione passeggera, perché entro le ore 10.45 erano praticamente partiti tutti.

Sebbene la maggior parte non volesse approfittare della vicinanza delle zone per invertire in caso di code all’ingresso, la gara non ha subito eccessivi rallentamenti e anche gli ultimi concorrenti sono arrivati quasi un ora prima del tempo massimo.

In questo, negli anni, si è visto che se non si fanno errori nel posizionamento delle zone il clima freddo accelera lo svolgimento della gara, non solo perché i concorrenti diventano più sbrigativi ma anche perché il caldo contribuisce ad essere fonte di stanchezza e di dispersione di sali minerali e del conseguente senso di spossatezza che statisticamente con il caldo colpisce più piloti, allungando i tempi di recupero tra una zona e l’altra.

Di converso, ne hanno fatto le spese i giudici, il freddo colpisce sicuramente di più chi non si può muovere e l’arietta nevosa che ha percorso la valle nel pomeriggio ha raffreddato parecchio i tessuti dei poveri addetti alla vigilanza delle zone, che approfittiamo per ringraziare.

Termina quindi questa seconda gara del 16° trialario, senza necessità di correzioni e con la piacevole scoperta di una nuova ed ospitale località per l’organizzazione di ottime gare.

Arrivederci a Samolaco, che come ambiente trialistico promette di essere altrettanto divertente.

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