Davvero una organizzazione magistrale, resa anche possibile dal fatto che le prescrizioni del periodo precedente sono scemate e la maggiore autonomia da costrizioni ha permesso di tornare, con tutte le precauzioni del caso, al clima conviviale che contraddistingueva il Trialario.

Oltre alla notevole e sempre presente incombenza della raccolta dei permessi e a tutte le altre, il Team Triangolo Lariano ha raccolto le forze espresse dal suo solido nucleo per rendere transitabile la parte di bosco adiacente la valle dove il Mulino Mauri fa ottima mostra di sé sia ai pedoni che alle biciclette.

Un lavoro intenso di cui i cumuli di legna accatastata e pronta per la raccolta danno evidente prova.

L’area di partenza, con tutte le comodità offerte dall’ampio parcheggio e dalla struttura ricettiva gestita dall’associazione locale, ha espresso una ospitalità davvero superiore, che in questo caso dipende dall’architettura del paese ma che non tutti i comuni hanno.

È ormai noto tra i trialisti che la zona del triangolo lariano è particolarmente soggetta a tutela ambientale per quanto riguarda le gare di trial ed anche questa gara non ha fatto eccezione, l’ispezione del personale incaricato della vigilanza ecologica si è svolta il sabato, sotto la supervisione di una pattuglia dei Carabinieri Forestali, che hanno, pare, compreso anche il valore aggiunto dato dall’organizzazione di una gara come questa in termini di pulizia dei boschi almeno nelle aree di transito della gara, che si erano ricoperte di tronchi caduti.

Il Trofeo Trialario ad Asso era proprio nel cuore di Davide Cereda, legato affettivamente a questo specifico territorio dal fatto che fu qui la prima volta che assisté ad una gara di Trial, probabilmente durante l’era di transizione tra i tempi di Galeazzi Baldini ed Adamoli e quelli di Bosis e Miglio.

Sono sicuro che non avrebbe mai pensato di essere l’artefice di una gara come questa in quello che con gli occhi di allora era un lontano futuro, il tutto reso possibile anche dalla intensa collaborazione di “Caio”, di Max Gatti e di Giancarlo Prina per la pulizia del percorso.

Le potenzialità organizzative di questo solido gruppo hanno anche considerato i percorsi alternativi per il pubblico e per gli accompagnatori dei piloti, nel caso il sentiero prima della zona fosse ostruito da accumuli di piloti in attesa.

Ma questa gara, che sapevamo colpita dal clima caldo, di accumuli di piloti in zona ne ha avuti pochi.

La consueta ispezione del percorso dei piloti sulla prima zona ha rallentato il flusso dei concorrenti e costipato il sentierino di accesso all’IN solo al primo giro, nessuna coda per i giri successivi.

Non per nulla si è scelta una tracciatura ancora un po’ più scorrevole, proprio per evitare il problema delle code al caldo.

In qualche caso la celerità dei percorsi ha influito sul livello tecnico delle zone, ma questa gara medio facile era stata richiesta da molti piloti che avevano faticato nella precedente gara di Moggio, che a sua volta era stata tracciata più impegnativa sempre su richiesta di alcuni piloti.

Medio facile non vuol dire comunque banale, infatti, benché superabili a zero, non mancavano ostacoli coreografici e di dimensioni maggiori rispetto ad altre gare.

Avremo modo di apprezzarli nei video che il nostro e famoso Fabio Masiello non ha mancato di immortalare grazie anche alla facilità di raggiungere tutte le zone per il pubblico.

Eccoci alle classifiche, solo due i piloti Super Pro, che hanno dato spettacolo su dislivelli di dimensioni notevoli anche se per loro di non eccessivo impegno. Negli ostacoli più alti la regolarità delle ricorse, come per il tronco orizzontale e sospeso della 7 posto a più si un metro da terra, o il masso della zona due alto circa due metri, ha permesso loro di volare fino all’apice senza quasi toccare l’ostacolo.

Si conferma Luca Poncia in prima posizione, seguito da Luca Ruffoni a distanza più breve rispetto al distacco patito a Moggio.

Zone più gestibili anche per la categoria Pro, senza però sostanziali cambiamenti di classifica dalle precedenti gare.

Ricalcando esattamente i parziali del primo giro, così si conclude la classifica finale, il precisissimo Codega riesce anche ad Asso ad avere la meglio su un sempre atletico Fabio Macchè totalizzando 7 punti sui 10 dell’inseguitore.

Svanella con 16 punti conquista il terzo posto su De Angelis che ne totalizza 19, dimostrando di aver di molto recuperato l’infortunio alla spalla della gara di Moggio, e profittando di un paio di 5 di troppo da parte del giovane ed atletico Ruffoni.

Chiudono la classifica Bertassi e Max Gatti che per questa gara decide di affrontare la più alta categoria piazzando anche qualche zero strepitoso come quello della spettacolare zona 4, dove il primo ostacolo era un granito verticale di circa un metro e mezzo.

Meticolosamente seguito dal fedele e professionale Airoldi, con 9 totali, Trionfo in casa di Balossi, che vince di tecnica ed esperienza evitando gli errori di questa gara medio facile contro gli agguerriti Fantin e Riva rispettivamente a 12 e 14 punti.

Fuori dal podio e solo per gli zeri davanti al forte Righetto, torna in gara Marco Vitari perfettamente a suo agio con il Beta 300, a 16 punti totali.

Terzetto tutti a 24 punti di Mengotti, Daniele Squaranti e Leo Alietti, che per emergere vorrebbe ostacoli di maggiori dimensioni.

Macchè La Corte, Bianchini, Robba, Arrogoni e Ciciliani, seguono nell’ordine tutti tra i 25 ed i 28 punti, dimostrando che quando i piloti sono tutti forti le classifiche vengono spesso sconvolte da piccoli errori di ognuno.

Vittoria di Dennis Poncia nella categoria amatori, un punto a giro per lui tolgono le speranze agli inseguitori, ma Claudio Rigamonti si toglie la soddisfazione di concludere a zero l’ultimo giro soffiando al conterraneo e sempre efficace Pomi la seconda posizione, incalzano ma non basta i bravi Bettiga, Borghetti ed Aldeghi rispettivamente a 2 punti e a 5 punti da Pomi, segno che serviva impegno e costanza per mantenere la posizione acquisita al primo giro.

Notevole podio in quanto ad esperienza di gara maturata quello della categoria dilettanti.

Giuseppe Righetto, veneto con 45 anni di esperienza agonistica alle spalle, conquista il primo posto che il figlio Diego aveva fatto a Moggio, figlio specialista di zone toste e padre evidentemente fortissimo di testa conclude a 4 totali rispetto agli 8 di Flavio Poncia che con questo secondo posto contribuisce a rendere il cognome il più frequente sui podi del Trialario.

Specialista delle traiettorie, e questa era la gara giusta per lui, Tavaglione risale sul podio con 9 punti totali, stringendo i denti e strappando ai 3 giovani inseguitori questa ambita posizione, Bellati, Vaninetti ed Albini sono infatti concentrati in due punti davanti ad un meno giovane e grande esperto di guida precisa, Massimo Pedrinazzi che finisce con un punto in più a 12.

Ottimo ed apprezzatissimo il ristoro preparato dalla pro loco di Asso, volontari che non hanno nulla di meno dei professionisti né in termini di organizzazione né in termini di prelibatezza delle pietanze offerte sotto la gradevole tettoia a lato della piazza del mercato.

Partecipa alla premiazione il Sindaco di Asso, che ha modo di esprimere il suo apprezzamento per le attività che danno il meritato rilievo alla bellissima località e, in questo caso, sono anche apprezzate dal pubblico in transito.

Ci diamo appuntamento per la gara di Darfo Boario, che nelle previsioni, dovrebbe essere tracciata sul duro, se non come livello tecnico sicuramente come fondo roccioso.

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