Tantissimi piloti e tutti corretti ed educati (con un paio di eccezioni ai quali ricordiamo che gli atteggiamenti arroganti o da primi della classe a cui ogni cosa è permessa al Trialario non sono apprezzati e tantomeno accettati) hanno affollato, è il termine giusto, le zone della gara di Piantedo.
La tracciatura, portata a compimento dell’affiatatissimo team organizzativo di Piantedo, e supervisionata dall’organizzazione Trialario è stata apprezzata da piloti di tutte le categorie, anche se la gara si è dimostrata più selettiva di quanto si prevedeva e questo in tutte le classi.
Prevedendo una notevole affluenza si è cercato di sviluppare i percorsi in modo da non rallentarne troppo la percorrenza ed in effetti i tempi medi per zona di circa 40 secondi dimostrano che in linea di massima l’obiettivo è stato raggiunto. L’aggiunta da quest’anno del controllo del tempo di due minuti in zona poi ha ulteriormente aiutato.

L’ambiente gioviale e goliardico, che ha favorito le aggregazioni di gruppi ha forse fatto sì che partiti i primi piloti per aprire il percorso si mettessero in coda moltissimi piloti quasi tutti insieme. La conseguenza è stata che quando i piloti dalla condotta di gara rapida sono arrivati alla prima sezione hanno trovato un “tappo” che impediva loro di procedere alla loro andatura.
Chi ha sacrificato la prima zona, come Zampieri Matteo e Azzalini Alessandro ne ha tratto un enorme vantaggio per gestire il resto della gara. Altri forse anche a causa di poca esperienza con questo tipo di gare in cui il tempo massimo è solo di 5 ore non hanno capito l’importanza di velocizzare le ricognizioni o di timbrare qualche cinque seppur a malincuore e hanno accumulato ritardi che non hanno permesso di terminare la gara nei tempi dovuti.

Tornando al comportamento dei piloti, esemplare quello di moltissimi che oltre a non recriminare sui cinque attribuiti addirittura in alcuni casi segnalavano al giudice di aver messo un piede in più.
Comprendendo i problemi di tempo, tutti, in caso di 5, uscivano immediatamente dalla zona e ogni giudice vorrebbe dei piloti come quelli che si sono visti a Piantedo.
Se è giusto sottolineare che non fermandosi alla prima zona molti ritardi si sarebbero evitati, si comprende come non sia facile vincere la tensione della prima gara  che rende la muscolatura rigida e poco reattiva, molti piloti di cui si conoscono le capacità tecniche sono incappati in punteggi non rappresentativi del loro livello.
Un altro problema che ha attanagliato molti piloti è la “sfiga”: oltre ai classici ed improvvisi spegnimenti (molti alla zona 3), che ha colpito la moto di Bertassi con un vuoto di carburazione proprio nel jump del percorso rosso (con conseguente precipizio nel fosso). Altro bersaglio è stato Beppe Valsecchi, per la rottura contro un ramo, senza nemmeno cadere, del tubo idraulico frizione. A lui che era stato autore di uno strepitoso 6 totale nel primo giro, questo è costato la perdita della vetta della classifica.

Parlando delle singole categorie il percorso giallo è stato dominato da Noris, pilota bergamasco dalla quasi quarantennale esperienza, che ha saputo ben approfittare della sua guida continua e stabile, l’unica che paga dove il terreno alterna tratti di completa aderenza a pietre scivolose e mobili. Un altro pilota dalla guida composta è il secondo classificato, Pedroncelli, conoscitore di quel tipo di terreno e bravissimo nel limitare gli sbagli supera di 7 punti un Diego Acquistapace che, seguito dal padre ha sfoggiato uno stile già tipico dei piloti moderni mantenendo però una compostezza che l’anno scorso ancora non aveva. Tagliato fuori dal FTM, Acquistapace Fabio, campione uscente dei Blu, ha comunque mostrato cosa può fare un Fantic 200 nelle mani giuste girando a 15 totali. Ottimo quarto è Corsini che grazie agli zeri batte l’ultimo trialista di casa Maresi, il terzo della famiglia a calcare le zone del trialario. Ancora a 36 punti Valsecchi e De Giorgi, il primo dei due riesce ad infilarsi nel gruppo di testa grazie all’ultimo giro a sole 8 penalità.

Non sono bastate a Clara Macchiavello le timbrature strategiche per evitare il FTM causato anche da un inizio con lunghe, evidentemente troppo, ricognizioni delle zone: il suo punteggio l’avrebbe inserita nel primo terzo di classifica. Vince così la classe “Ladies” la giovane Linda Bertanza, sicuramente un po’ sottotono muscolare per poter guidare una moto su questo tipo di zone, giunta stremata a fine gara ma premiata dagli eventi per non essersi persa d’animo.

Combattutissima la categoria verdi, stravinta da Alessandro Azzalini, ottimamente consigliato dal cugino Cristian in gara nei rossi. Già tecnicamente in grado di percorrere le zone blu ha sfoggiato una decisione ed una compostezza rare nei piloti della sua età.
Recupera il secondo posto al filo di lana Bassi Robertino, già vincitore di Trofeo in questa categoria qualche anno fa, e pur guidando con le ultime energie rimaste, grazie all’ultimo giro a 6 riesce a battere per gli zeri Flavio Poncia incredibile esempio di forza di volontà che non mette il piede nemmeno quando è scomposto.
Si avvicina al podio il meccanico Ossa Niccolò Colombo sempre più fluido e stabile con uno stile che migliora costantemente e sicuramente lo porterà ancora più un alto nella classifica. Subito dietro abbiamo Barilani ad un punto, Speziale, Ceruti e Bianchi ad un punto l’uno dall’altro. Per Ceruti rimane la soddisfazione del primo posto nella Over, vincendo di 6 punti su un Burinato sempre forte ma non particolarmente fortunato oggi.
Il podio della Expert è così composto: Codega, Ruga e Zampieri, Zampieri Mario però (efficientissimo padre di Matteo) giunto giustamente terzo forse anche grazie alla preparazione e alle gare di Chiuduno.
Ruga continua la sua presenza nel podio blu, già iniziata l’anno scorso con prospettive di passaggio nei rossi.
Nuovissimo nome nel Trialario, ma molto noto nella TR3 del campionato italiano, Codega si impone con un fantascientifico ultimo giro a zero (ma non preoccupatevi, non c’è l’intenzione di inasprire le zone blu) e riesce a conquistare il primo gradino del podio dove, con queste premesse, è probabile lo vedremo altre volte.
Questa classe è composta da piloti di un discreto livello, tutti con notevoli doti di guida e spesso i posti dietro il podio sono decisi dalla sorte più che dalla bravura e così è stato a Piantedo, dove la gestione del tempo ha influito molto sulla condotta di gara.
Nella categoria Pro, dietro allo scontato vincitore un notevole Sonny Goggia autore degli ultimi due giri a livello del miglior pilota.
Anche qui la necessità di gestire la scarsità di tempo ha influito sui rendimenti della maggior parte dei piloti, ne è però uscito indenne Gianoni, terzo sul podio, aiutato molto dal validissimo padre Franco, che ha rinunciato alla gara per fare da seguidor e ne sarà sicuramente soddisfatto.
Al quarto posto Zampieri immancabile quando la tenuta fisica è necessaria e poi il trio Cellati Grossi Cellati, con i due fratelli impegnati nell’ultimo giro delle timbrature saltando le zone per risparmiare tempo.
Si è poi notato un miglior affiatamento tra padre seguidor e figlio Franco Davide (Davide è il nome) che a colpi di tre strappati con i denti è riuscito a battere nientemeno che il vicecampione dei blu 2013, Azzalini Cristian, anche lui però impegnato come minder del cugino.

Ricca di prodotti locali la dotazione del punto di ristoro in cui molti concorrenti hanno stemperato la fatica della gara.
Rimane sicuramente da fare un plauso al gruppo locale coordinato da un validissimo Enos Acquistapace ed ai collaboratori dei paesi limitrofi, che hanno saputo mettere a buon frutto l’impegno e l’esperienza delle gare passate.

 

Pietro De Angelis

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