Grande affluenza di pubblico e non solo, anche i piloti, con la loro congrua partecipazione, hanno celebrato questo ultimo atto dell’undicesima edizione del Trialario.
Le fatiche del Team Mountain Trial, distribuite nelle ultime due settimane, sono state premiate da una quanto mai provvidenziale tregua climatica proprio nelle ore della competizione.
È stato proprio grazie alla collaborazione di trialisti professionalmente orientati nel settore delle costruzioni che si è potuto realizzare una gara vera e propria su ostacoli esclusivamente indoor, cercando di non far eccessivamente pesare ai piloti “naturalisti” la presenza di così tanto cemento.

Grazie all’idea di interrare parzialmente gran parte degli ostacoli, la monotonia indooristica delle barriere ad angolo retto è stata molto mitigata.
Anche chi, prima della gara, avrebbe volentieri fatto a meno di una competizione indoor si è detto soddisfatto del tipo di percorso.
Contro ogni pronostico, alla fine, la gara è risultata un po’ facile per le prime due categorie (quelle che si temeva che fra fango e cemento avrebbero meno apprezzato) e di medio livello per le categorie rossa e blu.
Senza volerlo il livello tecnico ha compensato l’incremento di difficoltà della gara precedente, anch’essa apprezzatissima, permettendo a tutti i piloti di alzare la media degli zeri che non erano riusciti a collezionare a Pellio.
Bravissimi perciò i componenti del team organizzatore, impegnati con ruspetta, camion, “merlo”, trapano, motosega, piccone e persino la pala, usata il sabato per creare dei canali di deflusso per la palude che (mentre si tracciavano le categorie) aveva circondato gli ostacoli.

Chi avrebbe mai detto che si potesse girare a meno di 5-10 penalità a giro?
Non solo chi ha visto le zone il sabato, ma anche chi le ha guardate la domenica mattina avrebbe pensato a parecchi percorsi a tre.
E invece, da quando a tratti la luce di un sole sparito per tre giorni si è dato da fare per cambiare il colore delle zone e l’umore dei trialisti, le cose sono progressivamente migliorate. Il terreno di riporto (quindi tutto sommano meno pericoloso del fango argilloso) ha cominciato ad asciugarsi e almeno le rincorse sulla terra sono diventate praticabili da tutti.
Spettacolo per piloti e pubblico quindi, più di un centinaio di persone di sono avvicendate tra le 9.30 (addirittura prima della partenza) e la fine della gara.
Per paura di incorrere in tracciature banali, anche per le categorie minori, molte zone erano composte da più di tre ostacoli ma il fatto che le curve non fossero eccessivamente strette ha evitato che si accumulassero troppi piloti in attesa di entrare in zona.

Problemi di fuori tempo non ce ne sono proprio stati, tanto che il rinfresco è cominciato verso le 15.15.
Partiamo perciò a raccontare quello che è successo nella categoria “dilettanti”, quella sul livello della quale sono state progettate (è il caso di dirlo, nel vero senso della parola, grazie al largo uso di strumenti da costruzione>) tutte le zone.
Vittoria per Pedroncelli, che anche durante alcune leggere scompostezze nella guida ha tenuto i piedi incollati alle pedane permettendosi un solo piede in tutta la gara.
Competizione accanita per la vittoria, conclusasi con due secondi classificati pari merito a due penalità totali: Noris e Diego Acquistapace.
In questo caso a giocarsi la vittoria ha contribuito il fatto che Noris (altrimenti vincitore a pari merito) a fine gara ammetteva di aver messo appunto il secondo piede, quello che compare nella colonna del primo giro.
Risulta perciò appaiato a Diego Acquistapace, anche lui “colpevole” di un due al primo giro.
La filosofia del Trialario esclude la possibilità di premiare condotte di gara veloci quindi, quando sono pari le penalità, la discriminante del tempo non viene calcolata.
Questa cosa fu decisa in tempi non sospetti ed il primo a beneficiarne fu lo scrivente, quando, nel 2005, dopo una sfida all’ultimo zero sui prati con lastroni di Valmadrera, il primo gradino del podio fu occupato in coppia da De Angelis-Spreafico, che comunque si aggiudicava il trofeo finale.
Fuori dal podio, con lo stesso numero di zeri ma un imperdonabile ed irrimediabile 5, Acquistapace Andrea batte il pilota ed organizzatore Pozzi Matteo (che pur essendo di casa non ha né provato né deciso la tracciatura delle sue zone) perfettamente a suo agio con la Beta factory che ha guidato con precisione e misura per tutta la gara.

Incredibile risalita in classifica quella di Luigi Barrotta, otto punti totali, e sesto classificato (secondo della over); compostissimo su tutti gli ostacoli dove avremmo visto favoriti i piloti più giovani.
Un po’ in ombra Tavaglione si accontenta di battere i pur bravi De Giorgi e Malvestiti (quest’ultimo stroncato da un 5 all’uscita di una pozza fangosa con gradino che aveva già fatto due volte a zero).
A soli 4 punti ed ancora in crescita tecnica, Balbiani sta colmando il distacco che lo separava dal suo compagno di allenamenti (Tavaglione) all’inizio della stagione, passando nel corso di un anno dagli ultimi posti a metà classifica.
Sul percorso verde (quello risultato più facile del previsto in contrappasso a quello di Pellio) dopo un abituale Azzalini, Ceciliani festeggia con il pubblico di casa.
Compostissimo e determinato specialmente in questa gara, non poteva prima o poi sfuggirgli un successo di questo tipo.
Terzo, finalmente a podio, Pontiggia Andrea, un pilota dalla guida molto disinvolta ed atletica che sinceramente stupiva non fosse stato sotto i riflettori anche in altre gare.
Due giri a zero per lui ma soprattutto tutti e tre i giri in una sola ora e 26 minuti, senza nemmeno giovarsi del terreno progressivamente più asciutto dopo le ore 11.
Lo seguono Borghetti, Andrea Speziale e due pari merito: Valsecchi e Della Bosca.
Curiosamente accomunati dal punteggio dopo essersi scambiati le posizioni parecchie volte anche nel campionato regionale fmi.
Primo degli over ed ottimo 9° nella amatori, troviamo Burinato, come molti, nonostante il 3° giro a zero, anche lui tradito da un 5 che è sempre in agguato a rovinarti la festa soprattutto nelle gare facili.
È stato più impegnativo il percorso dei blu, ed infatti ricco di numeri spettacolari sia in un senso che nell’altro (evoluzioni o cadute).
Ultimo successo nei Blu per Codega, che finalmente farà ingresso in una categoria che più gli si addice.
5 punti totali per lui, si impone su Ruga con ben 17 punti di penalità, dal canto suo, Michele Ruga riesce con la sua guida precisa a tener dietro il compagno di team Bonvini, terzo con 20 punti.
A seguire Pasini, che pur spesso scomponendosi durante e dopo gli ostacoli, ha risparmiato un sacco di penalità chiudendo a livello dei primi l’ultimo giro con 2 punti.
Ottimo Tavani che si piazza, non ostante alcuni errori, sui graditi ospiti del campo scuola trial Chiuduno.
Ecco dei piloti che hanno preso la gara con spirito molto allegro alternando ottimi passaggi a clamorosi fiaschi senza mai perdere il sorriso, anzi quasi sembravano più soddisfatti di quelle acrobazie che avevano come risultato la massima penalità.
Nella categoria pro fiato sospeso fino alla fine.

Per quanto sembrasse finalmente di vedere qualcun altro sul primo gradino del podio, un capottone dopo un tubo decisamente più facile degli ostacoli che fa di solito rimette Gianoni a pari punti con Cattaneo.
Risultato finale: entrambi sul primo gradino del podio con esattamente gli stessi passaggi.
Se reggere una gara di nervi immaginiamo per Cattaneo non sia un grande sforzo, complimenti anche a Gianoni, che è riuscito a non fare altri errori arrivando ad una meritatissima vittoria (pur pari merito).
Lo segue Goggia, autore si di splendidi passaggi ma anche di errori abbastanza comprensibili quando capita di andare a dormire presto, come suo solito, cioè la mattina presto.
Decisamente fuori equilibrio fino a metà gara Zampieri anche con un ottimo terzo giro non riesce ad approfittare delle prestazioni alterne di Goggia, finisce quarto davanti a Galbani poco preciso ma sempre atletico e spettacolare a soli 4 punti da Zampieri.
Chiudono la categoria Azzalini Balossi e Bertassi, l’ultimo dei quali dimostra cosa vuol dire essere sportivi, guidando sulle zone rosse con una gasgas del 1994, (quella con banco motore rosso) ben vent’anni di moto e se a fine gara era ancora in grado di darci sui tubi di cemento per decine di volte vuol dire che doveva essere una gran moto.
Prima della premiazione e dell’estrazione premi, un rinfresco apprezzatissimo da tutti, ha annaffiato con lo spumante la grigliata di carne appena consumata alle tavolate del Bar Lido di Dongo.
Fine del campionato quindi e per la terza volta l’ultima gara viene spostata all’ultimo momento su terreno chiuso, per forfait della burocrazia della gara in calendario.

In tutti e tre i casi le gare sono venute benissimo anche se questa è stata senza dubbio la gara che come afflusso di pubblico e di piloti ha sorpreso di più.
Un esperimento di gara indoor che, a dire la verità qualche perplessità la suscitava ma che, grazie alle imprese (anche nel senso aziendale) di Triaca, Ruga, Zibelli e Pozzi, ha dimostrato che non bisogna mai essere prevenuti, nemmeno nei confronti dell’indoor.

Prossimo appuntamento con la festa di fine campionato come di consueto il 15 novembre presso il Ristorante Nuovo di Garlate dove si terranno le premiazioni ufficiali.

Ciao a tutti.

Pietro De Angelis

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