Attesissima e riuscitissima questa due giorni mandellese che apre la stagione ASI con il più elevato livello di celebrazioni possibile.

Personaggi di elevata notorietà rispondono positivamente all’invito degli organizzatori e giungono ad arricchire questo magico momento in cui il Trialario Team prende sotto la sua tutela quello che, da pochi anni, è diventato il riferimento per le competizioni di moto d’epoca sul territorio nazionale.

Per chi non è del settore spieghiamo che questo campionato, denominato TATA, Trofeo Asi Trial Antico, nasce affiancandosi al campionato italiano Gruppo 5 riservato alle moto d’epoca per permettere di partecipare alle competizioni anche a chi non gradisce di imbarcarsi in complicate procedure certificative.

Avvezzi a numeri di partecipanti che si aggirano intorno alla quarantina di piloti, sono rimasti piacevolmente sorpresi i promotori del trofeo TATA capitanati da Mario Candellone, storico reporter ed autore di pubblicazioni cartacee ed in rete famose per la qualità delle immagini offerte.

71 piloti per la giornata del sabato e 66 per la giornata della domenica hanno popolato i percorsi tracciati, perfezionati ed ulteriormente puliti nel territorio di Mandello, in una valle fluviale raggiungibile dalla frazione Rongio, la più montana della famosa città dei motori.

Il successo conseguito nella precedente competizione organizzata sugli stessi terreni per l’ultima gara del Trofeo Trialario era stato accompagnato da una pioggia torrenziale che aveva costretto a ritardare la partenza, trasformatasi poi in pioggia normale che aveva afflitto piloti e giudici per metà della gara.

Nonostante le avverse condizioni climatiche, le zone, adeguate al clima, avevano riscosso un notevole gradimento tra i piloti che avevano resistito alla tentazione di rimanere asciutti e questo ha messo le basi per un esperimento successivo di organizzazione moto d’epoca.

Il fatto che i tracciatori non fossero, diciamo, specializzati in percorsi per moto datate ha determinato un’autentica pioggia di raccomandazioni, da parte degli specialisti del trial d’epoca, a mantenere il livello tecnico adeguato all’età dei veicoli e a quella dei loro conduttori.

Nei giorni antecedenti la gara infatti, la costante presenza di Rodolfo Arrigoni, della cui collaborazione potremo avvalerci anche per la tracciatura delle successive gare di Trialario, confermava che l’occhio sullo stile antico era già abbastanza allineato alle necessità dei veterani e tutto sommato le modifiche rispetto alle nostre idee di zona sono state minime e di questo dobbiamo anche rendere merito all’efficientissimo gruppo di appassionati di Mandello.

A beneficio di chi non conosce il posto, una valle in gran parte invasa dagli sterpi è stata resa agibile e transitabile dai fuoristrada anche dove prima si poteva passare solo a piedi; grazie ad un lavoro di pulizia durato, è il caso di dirlo, dei mesi, non solo per le zone ma anche per il solo transito sulla strada agro silvo pastorale.

Il tutto sotto l’ala protettrice del Sindaco, Riccardo Fasoli, brillante ed attento e con un’ottica imprenditoriale per la valorizzazione del suo territorio, non a caso anche lui motociclista e ovviamente guzzista.

La nuova versione di questa valle pulita ha attirato anche altri appassionati che l’hanno inserita nei percorsi del podismo montano, si ribadisce, grazie al lavoro del gruppo di trialisti mandellesi.

Esaurita questa necessaria premessa si può parlare della gara, preceduta da qualche acquazzone che ha indotto i tracciatori a prediligere una tracciatura da bagnato.

Una particolarità di questa valletta sovrastata dall’altrettanto famosa Grigna è la varietà degli ostacoli, grazie alla quale dalla prima zona del bosco è stato possibile offrire ai piloti terreni di sottobosco, pietraie, radici miste a sassi e bordo di fiume.

Con un terreno così, le premesse sono ottime per una adeguata tracciatura.

I concorrenti alla guida di moto d’epoca, hanno fatto la loro parte, sia come comportamento sia come esibizione di splendidi veicoli d’epoca, degna di nota è stata la preponderante presenza di Fantic, di quasi tutte le cilindrate, le uniche moto che possono vantare una guidabilità adeguata anche a percorsi più stretti senza pretendere grandi modifiche ed anche molto ambite per la loro affidabilità.

Inaspettata la presenza di numerose Yamaha da trial, ambite e gradite per la leggerezza e la maneggevolezza, restaurate da vetrina e con messe a punto da fare invidia ad alcune moderne.

Altrettanto si può dire per altri esemplari meno maneggevoli di SWM o Bultaco, pochi rispetto al successo che avevano anni fa così come le Montesa, a Mandello abbastanza rare ma sistemate come se avessero poche stagioni.

Una sola la Garelli, condotta alla vittoria da Augusto Balossi nella più alta categoria, moto usata senz’altro dal vecchio proprietario ma anche molto dall’attuale pilota che con questo veicolo ha raggiunto un affiatamento che gli permette di indovinare tutti i movimenti di anticipo degli alleggerimenti ad ogni ostacolo.

Dietro a lui nel percorso verde, Vitari e Macchè portano sul podio due Fantic dai motori davvero rabbiosi e con modifiche tecniche che sarebbero davvero piaciute ai pilori ufficiali degli anni ottanta.

In controtendenza rispetto all’esubero tecnologico dei suoi concorrenti ma non con minor merito, la famosa Guzzi di Enzo Afri esibisce dei parziali incredibilmente bassi soprattutto la domenica, dopo aver già sbalordito il sabato su passaggi che in tracciatura sembravano impegnativi.

Ci sarebbe da fare un articolo solo su questa moto ma promettiamo di dedicarci ai particolari tecnici più avanti.

Al quinto posto nella classifica di domenica troviamo il pilota veneziano Alberto Di Biasio, con la sua Yamaha 175 splendidamente messa a punto, dopo una gara encomiabile ma un po’ macchiata da qualche cinque che gli rovina la classifica.

A seguire troviamo De Angelis con un Aprilia generosamente prestata dall’appassionato Alborghetti e Ciciliani con un prototipo misto Fantic e telaio monster Ducati.

Venti partecipanti nella categoria amatori, che si confrontano sul percorso bianco, il più facile ma non così facile, modificato tra il sabato e la domenica per aggiungere un po’ di piccante dove serviva e rendere più agevoli alcuni passaggi che scavandosi avevano creato dei problemi.

Orfana di Baruffaldi che aveva dominato la giornata del sabato, la categoria viene conquistata da un precisissimo Arrigoni, che resiste alla tensione nervosa con due notevoli parziali di 1 e 4 penalità ai danni del famoso Milan Gabriele che nella domenica si cimenta sul percorso bianco dopo essersi confrontato innanzitutto con degli interventi chirurgici alla spalla da cui, almeno quando è sulla moto, sembra essere uscito vincitore.

Dal secondo posto di sabato slitta al terzo il promotore del TATA Mario Candellone, forte sostenitore di una filosofia di zone facili sembra essersela cavata benissimo anche su quelle che erano tracciate per creare delle difficoltà in più, tanto che dopo il primo giro a sette conclude a otto totali con un secondo giro senza sbavature.

Solo un punto in più per D’Amelio e Gargiuolo, il primo di questi meritevole di aver combattuto in sella (perché queste ce l’hanno davvero la sella) ad un OSSA MAR davanti ad una Yamaha ed al Fantic di Umberto Chinellato, anche lui a soli due punti dal podio.

Nella categoria intermedi, ricca di 23 piloti, incursione quasi moderna per il pilota di casa Enrico Zucchi, uno dei più tenaci organizzatori insieme al poliedrico Tete Balzarotti.

Zucchi, negli ultimi tempi più occupato a preparare percorsi e logistica che ad allenarsi, vince la classifica di domenica con doppio zero e quindi imbattibile sulla sua Fantic 305 perfettamente messa a punto.

Due punti nel primo giro portano Giorgio Gianni in seconda posizione, alla guida però di una Bultaco veramente d’epoca ed ancora un punto in più è quello di Matteoda, una gara davvero caratterizzata dalla tenuta di nervi.

Solo chi era già nell’ambiente negli anni ottanta conosce uno di questi nomi; Giorgio Gianni, inaspettatamente, vinse la categoria 50 della Due Giorni della Brianza nel 1984 mettendosi dietro piloti come Efrem Bonetti. La vittoria nella cadetti 125 del campionato italiano lo proiettava poi nella categoria junior dove grazie agli ulteriori ottimi risultati passava alla categoria senior nel 1987.

Lì, però c’era all’epoca il non plus ultra a livello mondiale e spazio per il podio per colpa di Bosis, Miglio, Marchi, Sembenini e Carlo Franco proprio non ne rimaneva.

Splendidi parziali sono anche quelli di Orsini, Semeraro e Minuzzo, quest’ultimo su una rarissima JCM, con un ottimo totale di 9 punti.

Avevamo accennato a personaggi di elevata notorietà ed è il momento di parlare del primo, Fulvio Adamoli, sicuramente noto non solo ai piloti locali ma anche e soprattutto a quelli che ai tempi dei suoi successi erano già nell’ambiente, almeno da spettatori.

Beneficiando della sua predisposizione ad animare gli ambienti l’organizzazione gli ha chiesto si celebrare le partenze dei primi piloti della domenica, ritrovandolo poi sul percorso di gara per gli scambi di vedute con i piloti, per cui c’è sempre lo spazio, per fortuna, nell’ambiente delle gare d’epoca.

Solo come spettatore sul percorso il mitico Dario Seregni, famoso meccanico e creatore di modelli come la SWM Jumbo, la Garelli 320 e 323 e la Fantic 305.

Ospite, ma a questo punto collaboratore d’eccezione, il più noto e quotato professionista tra i commentatori microfonici, Oscar Malugani per ogni singola moto d’epoca alla partenza ha raccontato una sintesi dei dati costruttivi e dei piloti che portarono i vari modelli alla notorietà.

Il suo lavoro di commentatore si è poi esteso sul percorso con varie interviste e spiegazioni affiancando l’altrettanto bravo Fabio Masiello che magari molti conoscono come cameraman del Trialario senza sapere che è uno degli operatori di mediaset nelle trasmissioni più conosciute.

A fine gara, tutta la compagine organizzativa ed agonistica è stata trasferita nella sala interrata del Ristorante Al Verde, per il pranzo conclusivo compreso nel prezzo dell’iscrizione e che ha soddisfatto tutti i concorrenti anche con i bis di porzioni che il ristorante non ha fatto mancare.

Puntualissima, ore 16 e 30 la premiazione con una ulteriore sorpresa.

I piloti, specialmente i vincitori alla guida di Fantic Motor, hanno avuto l’onore di ricevere le coppe nientemeno che dal fondatore di Fantic Motor, Dottor Mario Agrati che con la sua posa garbata e brillante ha espresso ulteriori apprezzamenti per questa nostra attività di rivitalizzazione di modelli non più in produzione ma che rinnovano il lustro di un marchio che con il fuoristrada ha fatto conoscere la Brianza a tutto il mondo.

Superata brillantemente questa prova anche di fronte agli esigenti trialisti vintage piemontesi e addirittura un simpatico quartetto nientemeno che abruzzese a cui va sicuramente il merito di essersi sobbarcato una lunghissima trasferta, l’organizzazione Trialario invita tutti ad attendere il video che avrà un ulteriore incremento di professionalità ed a rivederci alla prima gara del 7 maggio, senza escludere che per i piloti delle moto antiche possa esserci una sorpresa.

Ciao a tutti, continuate a seguirci e arrivederci a prestissimo !!!fs22

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