Una gara preparata senza intoppi, con una predisposizione agile della documentazione adeguata, l’appoggio dell’Amministrazione Comunale e la fiducia di Mauro Robba presidente della Comunità Montana.

La tracciatura è stata fatta su zone collaudate e pulite “a giardino” dal Team Locale di cui, solo per fare qualche nome di partecipante, fanno parte Davide De Giorgi (alle volte comparso anche sotto forma di soccorritore), il trialista Paolo Zibelli, il segretario Fabrizio Riva e la famiglia Michael Pietro e Davide Mascenti che hanno predisposto il legname per la zona indoor, oltre ad altri ragazzi del luogo che hanno dato in vari modi il loro supporto.

Il Regista di tutte queste operazioni è stato ancora una volta Matteo Pozzi, negli ultimi anni sempre ripagato dall’elevato indica di gradimento per le gare organizzate a Cremia anche quando il tempo non ha aiutato a godere la giornata all’aperto.

La gara di Cremia è sempre stata organizzata con una certa attenzione alla pubblicità dell’evento e anche quest’anno c’era il manifesto della gara che indicava località e sponsor dell’evento.

A fianco della foto di un trialista impegnato in un jump, sul manifesto era comparsa una presenza nuova e quasi viva l’immagine in stile fumetto di un motociclista dallo sguardo fermo molto nota a tutti i motociclisti del luogo per il dolore che ha lasciato la sua scomparsa.

Sottratto a questo mondo fisico da un incidente stradale, Lorenzo Funghini è stato ricordato durante la premiazione da Oscar Malugani che ha avuto modo e fortuna di conoscerlo sia come pilota del Campionato Italiano di Enduro sia come preparatore.

Grazie alla volontà dei suoi genitori di onorare questa gara con la loro presenza e con la presenza immateriale di Lorenzo, le premiazioni di sono arricchite di buoni acquisto spendibili presso l’officina Wild Garage cui Lorenzo aveva dedicato tanta passione ed energia essendone titolare e preparatore insieme a Matteo Pozzi.

Siamo partiti quasi dal finale perché ci sembrava importante far notare che questa gara è stata accompagnata già dalle fasi preliminari da piccoli gesti che ricordavano il caro “Fungo”, a partire dalle borracce in alluminio anodizzato fino ai premi finali.

Per tornare ai discorsi tecnici, la variabilità del clima ha costretto il Barte, ancora più del solito, a verificare le previsioni ogni poche ore.

Previsioni, questa volta azzeccate con alto grado di precisione e su cui è stata calibrata la tracciatura.

Tracciatura da bagnato, necessaria per chi conosce come le rocce della frazione Motto di Cremia possano passare dall’effetto asfalto all’effetto sapone.

Una tracciatura che, nonostante il terreno fosse intriso di acqua nella mattina ha poi rivelato una terra mossa ed in grado di assorbire diventando perfetta per dare aderenza.

Non altrettanto però i sassi e le lastre, molti sono i punti che sono peggiorati a causa del ricoprirsi dello strato scivoloso di rocce che al primo giro non avevano dato problemi, situazione che ha avvantaggiato i piloti che hanno visto il pilota prima di loro prendersi un cinque per una scivolata che il giro prima non si sarebbe verificata ed hanno deciso un cambio di strategia.

Quattro zone in zona motto, con prevalenza di lastre e terra e tre oltre la cappelletta degli alpini, due in terra e sassi e una con un coreografico transito nel torrente guidato.

Nelle zone in terra, per le categorie più alte, facevano bella mostra dei salitoni di più di quindici metri, finalmente terreno per sfruttare la terza di queste moto che hanno poche occasioni di essere lanciate a queste lunghezze.

Solo per i neri, sia nella zona cinque che nella sei, del passaggi degni della TR2, con un sasso verticale, tra le altre cose, il cui invito era addirittura a tre metri di distanza.

Si diceva che la terra avesse asciugato queste zone al punto da agevolare nonostante la pioggia della notte, è vero, ed in effetti le zone sono risultate più accessibili del previsto, ma non per tutti.

Anche piloti di buon livello hanno dovuto incappare in errori dovuti a superfici, presenti in tutte le zone, che necessariamente andavano superate a gas chiuso. Un colpo di gas su quei punti avrebbe interrotto l’avanzare della moto.

Gara di nervi quindi per i più metodici delle categorie dilettanti ed amatori, quest’ultima vinta a mani basse dal giovanissimo Taruselli, pilota del Team Triangolo Lariano che dopo i due piedi del primo giro non ne poggia assolutamente più.

A seguirlo, con cinque punti totali, il bravissimo ed elegante Luca Mevio, che supera in bravura Rocco Parolo per un solo punto al terzo posto sebbene per gioventù il simpatico Rocco sia gravato da parecchie penalità in più.

Tradito da un errore di percorso al primo giro, ed a conferma che le zone fossero a conti fatti più accessibili rispetto alle intenzioni dei tracciatori, Augusto Balossi risponde al cinque del primo giro con una interminabile serie di zeri, risalendo fino al quarto posto con la sua Garelli classe 1983.

Ottimo anche il risultato del mandellese Alippi, quinto a pari punti con Balossi ma con meno passaggi a zero e con il rammarico di essere stato al primo posto per il primo giro e fuori dal podio per un punto solo.

Conferma nella categoria dilettanti per il valsassinese Roberto Acquistapace, dal passato agonistico di elevato livello tecnico si porta in questa categoria minore metodo e concentrazione da leader, che lo portano a finire la gara a zero penalità, scontato quindi il suo primo posto.

Undici punti più in là, al secondo posto troviamo il più giovane Cesare Denti, davanti all’inaspettato e più maturo Francesco Peron con tredici punti, ottima la sua prestazione che si permette il terzo gradino del podio ai danni della vera sorpresa del giorno.

Al quarto posto troviamo infatti la First Lady, Jasmine Conti, solo un punto in più del podio.

Foini completa i primi cinque posti ed al sesto posto ci fa piacere vedere che Cesare Menegolli ha ritrovato la sua forma terminando a 17 punti.

Dopo Sandrini al settimo posto troviamo i due eterni sfidanti, Pedrinazzi e Tavaglione, separati solo da un punto dopo essersi altalenati e rincorsi per tutta la gara, la spunta questa volta Pedrinazzi per quanto più affaticato da un calo metabolico.

Di sorpresa in sorpresa la categoria expert porta il nome di Mauro Pomi, evidentemente agevolato dalla familiarità del territorio dove è cresciuta la moglie imposta con metodo una gara macchiata da un errore solo al secondo giro, un cinque al primo sasso della zona sei, un sasso di piccole dimensioni che ha però fatto pagare anche Macchè e De Angelis.

Occupa quindi questo podio contornato da due piloti che per somma delle età non lo avrebbero raggiunto.

Il primo di questi è il giovane Cristian Maresi, al secondo posto, una conferma che si era staccato dal trial per qualche tempo ma che è tornato con una compostezza ed una coordinazione ancora maggiori.

Al terzo posto ed alla prima gara nella expert, Magnolio David, di poco oltre l’età da minitrial ma già celebre per la sicurezza con cui si esibisce in tecniche degne delle categorie superiori, abbiamo idea che in questa categoria blu avremo occasione di vederlo per poco tempo a beneficio di categorie superiori.

Stesso punteggio del secondo ma per gli zeri in questo caso quarto, Stefano Leoni conclude una gara composta e dinamica, passando tra l’altro tra i primi ad aprire il percorso davanti ad Andrea Bianchini, che sembra bene uscito da un infortunio che lo infastidiva.

Combattutissima in questa gara la categoria Pro, con Macchè e De Angelis come non mai vicini ad insidiare la prima posizione di Federico Salvagni, anzi inatteso il risultato del primo giro in cui De Angelis esce a tre totali lasciati nella zona del torrente contro i sette di Macchè, i sei di Salvagni entrambi ostacolati dal classico cinque traditore.

Paletto piegato per De Angelis al secondo giro i punteggi si equiparano, ma il terzo giro a zero di Salvagni lo mette di nuovo al vertice.

Il terzo giro a 1 punto mette De Angelis a pari punti con Macchè, entrambi a dieci ma con un numero di zeri di venti a diciotto.

Fortissimo anche in questa gara Andrea Vicentini li segue con soli tre punti di distacco.

Reduce da una forte infiammazione, Riccardi Ciciliani non può mantenere il livello mostrato a Primaluna e, anche penalizzato da uno spegnimento ed un paletto piegato si deve accontentare del quinto posto questa volta.

L’ultima categoria è quella dei Superpro, in cui i quattro piloti già visti nelle scorse gare si sono ripresentati offrendo comunque uno spettacolo emozionante a chi ha avuto la fortuna di assistere.

Se per le altre categorie la tracciatura da bagnato ha reso più agevoli i percorsi e gli ostacoli non è così per gli ostacoli indicati dalle porte nere.

Ritenuto che le rincorse fossero adeguate, la dimensione degli ostacoli non è stata diminuita ed ha fornito occasione di sentire il rombo delle quattro moto su lastre che, senza questi piloti, non avremmo potuto utilizzare.

Anche se i cinque sono fioccati in alcune delle zone tracciate, alla fine il loro impegno ha permesso di ridurre i parziali a cifre bassissime, permettendo anche ai tracciatori di fare bella figura sulla valutazione del livello di difficoltà.

Anche per chi non si è avventurato alle zone ed è rimasto nei pressi della partenza, i piloti della superpro hanno offerto dei passaggi sorprendenti, la zona del legname presentava infatti due tronchi sospesi con vuoto sottostante senza appoggi né inviti il secondo dei quali era sospeso a circa 90 cm dal suolo ed è stato superato con due diversi stili.

Luca Ruffoni e Cristian Bassi sfruttavano l’incontro della ruota anteriore per comprimere gli ammortizzatori e sfruttare il rilascio di frizione con il motore in coppia, con la tecnica denominata “tocca e porta”, Zampieri invece, poco fiducioso nella moto che per l’occasione gli prestava il padre (una Beta del 2016 con evidenti segni di affaticamento generale) preferiva usare la tecnica jump, riuscendo comunque nell’impresa.

Adeguati alle attese alla fine i punteggi per giro dei superpiloti, con la vittoria di Cristian Bassi che è anche il più impegnato a livello nazionale ed i tre inseguitori molto vicini di punteggio ed in quest’ordine: Ruffoni Zampieri Svanella, superato per un solo punto da Zampieri che recupera a Cremia la posizione persa nella precedente gara.

Arrivederci dunque a Cremia che sarà accompagnata da quest’anno dal ricordo di Lorenzo Funghini, che era il socio di Matteo Pozzi e da lui sarà sempre rinvigorito.

Prossimo appuntamento con il Trofeo Trialario, penultima gara, a Ballabio il primo di ottobre.

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