Grande soddisfazione per il Team Mountain Trial!

Gli appassionati che sono andati sul sito a vedere l’articolo pre gara avranno visto che il lavoro messo in piedi dai ragazzi del Team Mountain Trial è stato notevole.

La già evidente varietà di ostacoli che la zona offre è stata ulteriormente ampliata dall’opera di decespugliamento utile a liberare le rocce spettacolari che hanno fatto da protagoniste in questa gara.

Certo, alcuni ostacoli sono stati lasciati per altre occasioni perché erano ancora troppo grandi, ma come testimoniano le foto (che devono essere ritoccate in luce e saturazione e sono in lavorazione mentre leggete), lo spettacolo è stato assicurato ai concorrenti e al pubblico che ha raggiunto le zone.

Trasferimento abbastanza breve, entro i 3 km di cui uno abbondante di sentiero impegnativo con un po’ di fanghiglia qua e là su sassi scivolosi, chi ha patito di più il trasferimento è però stato il nostro operatore video, che con la telecamera a spalla ha dovuto farlo a piedi evitando ovviamente di cadere … e per citarli tutti, anche i tracciatori che hanno dovuto fare il percorso a piedi con il materiale, fettucce, frecce, forche, roncole e seghetti, mazzette, motosega, di fatica ne è stata fatta parecchia per lariuscita di questa gara, come sempre del resto.

Fatica pienamente ripagata dal sentito apprezzamento dei concorrenti alla fine della gara.

Tra i concorrenti, questa volta, ci sono stati molti che hanno voluto esserci anche sfidando condizioni di salute avverse.

Persevera tra questi Luca Valsecchi, per il quale il tempo tra una gara e l’altra non è nemmeno sufficiente a recuperare la funzionalità delle ginocchia, gradito ritorno di Carlo Formenti e Ezio Permunian, accomunati purtroppo da problemi di stomaco abbastanza importanti, ma non tanto da dissuaderli dal partecipare a questa gara e per concludere, citiamo Andrea Bianchini della categoria Expert, che dal secondo giro in poi riesce ad avere la meglio sulla febbre e sulla debolezza che aveva ad inizio gara, riuscendo addirittura a fare un giro a livello dei primi.

In leggera crescita i partecipanti a questa terza prova di trofeo, di poco oltre gli 80 compresi i minipiloti, per tutti c’è stato di che sfoggiare la loro capacità su zone di proposito tracciate in ossequio alle preferenze di gara impegnativa.

E gara impegnativa è stata, leggermente più impegnativa di quanto non fosse preventivato perché con l’umido alcune zone, invece che migliorare sono peggiorare tra il secondo ed il terzo passaggio.

Nelle intenzioni la tracciatura era sviluppata per avere un grado di difficoltà leggermente meno elevata rispetto alla gara di Pietramurata, invece, a guardare i punteggi, è stata più tosta.

Gara maschia, come l’ha definita Davide Cereda, portacolori del team Triangolo Lariano, impegnato sicuramente più a livello organizzativo che sportivo ne ha apprezzato molto il livello.

A onor del vero, la categoria Amatori è stata quella con il tracciato meno ostico, anche se grande differenza di punteggi si è verificata tra quelli che capivano le zone (e che passavano a zero senza dimostrare nemmeno troppa fatica) e quelli che dovevano addirittura scendere dal mezzo.

Come tracciatori abbiamo notato molte situazioni in cui i concorrenti delle prime due classi non sono abituati ad aprire il gas con anticipo rispetto agli ostacoli, la rampa della zona 2 ad esempio, veniva affrontata da alcuni cominciano ad accelerare poco prima della salita, con l’ovvio risultato di sprofondare nel fango e fermarsi a metà.

Più favoriti gli anziani, che hanno praticato un trial d’epoca dove le rampe erano almeno il 30 % degli ostacoli, tant’è che Tavaglione e Garzetti, non si sono lasciati per nulla impensierire da quella rampa che ha fermato molti della classe superiore.

Analogo discorso per la zona 4. dove l’ultima porta verde ha fatto scendere dalla moto molti piloti mentre per altri non sembrava nemmeno un cambio di pendenza.

Chi la faceva bene, dopo il sasso che stava all’inizio della salita, proseguiva a gas costante fino in cima, chi rallentava e pensava all’ostacolo solo in prossimità della roccia … niente da fare.

Poco da fare anche per Alessio Bonetti, che in questa gara deve caricare del suo fisico massiccio il suo Fantic 125.5 e con certe zone non c’era proprio potenza sufficiente a prescindere dalla guida.

Soddisfattissimo invece un altro possessore di Fantic, Garzetti giunto secondo della categoria dilettanti, ha commentato: un trial come quello di una volta, quindi diciamo che poteva essere favorito dal suo Fantic che è un veicolo di una volta.

La vittoria è invece andata a Tavaglione, di solito leader nelle gare di livello tecnico più basso ma che anche qui ha dimostrato la sua tenuta.

Al terzo posto, in splendida forma alla guida di una Honda fiammante, Franco Manzoni (che l’anno scorso ha messo a disposizione l’area trial di Cortenova) ha avuto modo di sfruttare, in queste zone molto guidabili ma generose di ostacoli alti e di fango, la sua esperienza e capacità di tenere i pesi al posto giusto.

Notevoli i distacchi tra i primi, sicuramente una gara che consentiva il recupero degli errori, al quarto posto il giovane Arrigoni si inserisce tra i primi veterani ed il meno giovane Malvestiti, che anche su questo difficile con numerosi bei passaggi rimane in zona alta di classifica.

Vittoria senza preoccupazioni per Rocco Parolo sul percorso verde, fin troppo  facile per lui questa gara, infatti una volta capite le zone, nessuna di esse era in grado di impensierirlo.

Letali infatti le dieci penalità di partenza per Augusto Balossi, che senza di esse avrebbe fatto il secondo posto che va invece ad Acquistapace che totalizza 10 punti contro i 7 di Parolo.

Incredibilmente tutti i 9 piedi sono stati da Balossi messi nella zona 2, tra il fiume e la rampa fangosa, quasi strano da credersi tutte le altre zone sono state percorse con 21 zeri.

Al terzo gradino del podio troviamo il leader della categoria gialla dello scorso anno, Conti, che nelle prime gare non era stato favorito, ha trovato evidentemente la concentrazione giusta per superare piloti cui non si era ancora mai avvicinato.

In evidente crescita il giovane Triaca, alla guida di un Beta 125 che non sfigura con le grandi in quanto a potenza, lo vedremo ancora più a suo agio su ostacoli incisivi visto il talento atletico in ascesa.

Pedroncelli e Bianchi si contendono il 5 posto, da dire che Bianchi prende la gara sempre in modo molto sportivo ed amichevole, l’assenza di spirito agonistico non premia i suoi punteggi anche se la sua compagnia si fa sempre apprezzare.

Se già a Pietramurata il percorso blu si era dimostrato arduo, almeno per metà dei piloti, già la prima zona di Cremia ha costretto i concorrenti ad affilare i coltelli.

Un gradino arrotondato in cima poteva essere affrontato o in sequenza dopo un’altra lastra, per un ostacolo totale di oltre due metri, ma ci voleva abbastanza coraggio; oppure posizionandosi con precisione su un terrazzino, ma con partenza sconnessa.

Al primo giro quest’ultima soluzione ha consentito a molti piloti di salire a zero o uno, non senza impegno notevole, ma nei successivi giri quel poco di fanghino ha fatto aumentare i cinque.

Saggia scelta quella di Maresi, che al secondo giro sceglie di saltare dal primo gradino al secondo in velocità, salendo a zero dove De Angelis paga cinque dei sette punti del terzo giro.

Altre zone che hanno raccolto più penalità sono state la 3 e la 4, la prima per il fango che rendeva incontrollabile la moto in un pezzo di discesa e la seconda per un diagonale che finiva con una serie di lastre, in quella parte uguali al percorso rosso, transitabili solo a patto di non essere bruschi con l’acceleratore.

In quelle zone, gomme non nuove, moto troppo rigida, ammortizzatori troppo reattivi, colpi di gas bruschi o pesi sbagliati, bastava uno di questi elementi per far cadere i piedi come foglie d’autunno.

Sono state probabilmente queste due zone ad aiutare De Angelis a conquistare la vetta della categoria Expert nonostante i due passaggi a 5, ai danni di Macchè sempre forte ma meno regolare.

Mantiene saldamente il suo terzo gradino del podio Marco Vitari, che anche di fronte ad avversari in crescita dimostra il suo margine di vantaggio in quanto a tecnica.Parte con qualche piede in più Fabio Macchè, che con l’ultimo giro a 6 penalità su un percorso peggiorato dimostra ancora la sua pericolosità.

Fuori combattimento per motivi burocratici  (20 penalità per il secondo posto del Trofeo dell’anno scorso) Matteo Spreafico sarebbe arrivato in terza posizione in questa gara non molto fortunata per tutti gli expert del team triangolo lariano.

Ci riferiamo ad Andrea Borghetti che dopo aver mostrato una salita a zero sul difficile ostacolo della prima zona, si lesiona il ginocchio al secondo giro, a causa di un piede bloccato nel fango della discesa della terza zona, diventato parecchio profondo al passaggio dei piloti.

Vicinissimo al podio Matteo Arrigoni, che al terzo giro recupera con 12 punti mentre Bianchini cede un po’ mantenendosi però al 5° posto davanti  a Spreafico penalizzato con 20; diremmo che l’impegno di uscire dalla febbre è stato premiato.

Buon ritorno di Foiadelli, da diversi mesi poco abituato a questo livello di zone, tornerà sicuramente a mostrare quanto vale in crescita di stagione, un po’ in ombra Gatti, questa volta penalizzato da irregolarità di funzionamento della frizione, non era proprio la gara giusta per doversi preoccupare di una frizione che non stacca quando deve.

Discorso particolare per il percorso rosso.

Anche se in alcuni casi gli ostacoli “rossi” coincidevano con quelli blu, Matteo Pozzi ha voluto non sfigurare rispetto ad alcune TR2.

Nella zona 3, per esempio, c’era un ceppo spaventoso, una base d’albero alta un paio di metri che ovviamente doveva anche essere ridiscesa sul lato opposto, dove era più bassa per fortuna ma non abbastanza da renderla umana, se pensiamo poi che Sonny Goggia teneva l’anteriore alzato fino alla discesa (quando gli veniva), rende l’idea del coraggio.

Con queste premesse infatti vince proprio Goggia, pur con le cadute e i cinque fatti nel corso della gara, la sua superiorità su queste zone era indiscutibile.

Lotta per il secondo posto tra Valerio Codega e il pilota di casa Michele Ruga che la spunta con 12 punti di vantaggio, festa anche per lui quindi che mostra le sue capacità al suo pubblico.

Chiude la categoria Pro Azzalini, che non si scoraggia anche di fronte questi ostacoli che gli costano un totale di 66 penalità, tutta esperienza per le prossime.

 

Un peggioramento del tempo induce molti piloti ad accelerare il ritmo, la gara si conclude perciò molto prima delle 16 e, di fronte ad un pubblico più numeroso del previsto, i tre rossi forniscono sugli ostacoli dell’indoor uno spettacolo che verrà poi parzialmente riprodotto nel video.

Come accennato nel titolo, il maggio 2017 celebra il ventennale del Team Millepiedi, team che all’epoca manifestava la sua popolazione di circa 40 piloti tingendo di giallo le code di attesa alla zone del regionale lombardo (con la tute gialle come quella che per l’occasione celebrativa viene indossata da De Angelis in gara).

Ora, già dal 2003, cogliendo l’occasione del peggioramento della qualità di alcune gare del campionato regionale “ufficiale” l’attività del team ha esteso ai piloti di altri team la possibilità di divertirsi grazie alla esperienza organizzativa accumulata; a differenza di altri organizzatori che sembrano non aver imparato dai propri errori.

 

È la costante collaborazione, offerta anche dagli stessi piloti, che permette a questo Trofeo di conseguire dei successi come quelli di questa gara.

Successi misurabili, sia in termini di partecipanti che in termini di sorrisi e di noncuranza per il puro risultato che (di fronte alla stima che reciprocamente viene scambiata tra tutti i concorrenti, i giudici e gli organizzatori) è ben poca cosa.

In questo clima carico di buonumore si è celebrata la festa con il taglio delle torte sapientemente preparate dalle donne della pro-loco di Cremia, buonissime oltre che coreografiche.

Dopo una giornata così ammettiamo che viene da montarsi la testa, è forse per questo che Matteo Pozzi, uno dei promotori della gara, sta già cominciando ad informarsi per la possibilità di organizzare una gara di Trofeo aperto ai team di altre regioni.

Intanto ci accontentiamo di vedere se si riesce ad aver una due giorni a Valmadrera.

 

 

 

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