Una splendida cornice autunnale ha guarnito questa penultima competizione del Trialario 2021, boschi di castagne che ingialliscono e riflessi che penetrano i rami non ancora spogliati dal freddo hanno da sfondo alle zone tracciate sui terreni che i trialisti conoscono ormai da qualche anno.

Pur non avendo mai la certezza di poter alla fine organizzare le gare, questa è andata a compimento come previsto, tornando a tracciare le zone nel boschetto della località Motto che avevano già ospitato la gara di Minitrialario negli anni passati e anche quelle del Trialario in varie annate e con tutti i tipi di clima.

Quest’anno il meteo asciutto dell’ultima settimana ha permesso ai tracciatori una intensità di ostacoli che ha permesso di valorizzare al massimo la conformazione del luogo anche come coreografia, merito in questo caso di Matteo Pozzi e di Fabrizio Riva che si sono particolarmente impegnati per riportare alla luce, dalla coltre di rovi che le aveva sepolte, quelle lastre spettacolari delle prime tre zone che fanno bella mostra di sé nel video e nelle foto.

Parziale inganno però questo asciutto, perché subito dopo i primi passaggi alcuni di quei tratti rocciosi hanno mostrato una scivolosità che negli anni prima non si era praticamente mai vista, e che ha aumentato di molto il calibro delle difficoltà rispetto al previsto.

Le zone erano state in ogni caso abbastanza ben calibrate e se alcune hanno subito una crescita di difficoltà le altre sono rimaste al livello previsto, tanto che a quasi tutti i piloti che si sono espressi l’impressione è stata più che positiva, come peraltro confermato dai punteggi di fine gara che non sono stati più alti del solito a prescindere dall’imprevisto scivoloso.

Una lieve eccezione a quanto descritto è per la categoria superPro, che hanno trovato indicato nei percorsi neri ostacoli in parte già visti in passate edizioni ma molto spettacolari e per nulla agevoli.

Assente Luca Poncia, atteso dopo essersi appena diplomato Campione Italiano classe TR3, ma incappato in un infortunio fuori servizio, è stato degnamente sostituito da Sonny Goggia, giunto agli onori europei grazie ai suoi conseguimenti nell’enduro estremo ed autore di notevoli passaggi anche nella gara di domenica 24.

Non è stato troppo da meno Luca Ruffoni, che ha risentito maggiormente del peggioramento delle zone dopo un primo giro a livello di Sonny Goggia, che ha contribuito ad offrire quello spettacolo che un inatteso pubblico avrà sicuramente apprezzato raggiungendo a piedi quasi tutte le zone.

Vittoria per il pilota di casa Fabio Macchè con 20 punti, meritata soprattutto per la compostezza che lo ha avvantaggiato soprattutto su quelle zone che sono state più scivolose di quanto i tracciatori non avessero previsto ma non abbastanza per chi un terreno di quel tipo lo conosce bene.

Valerio Codega patisce invece soprattutto la lastra della zona 3, con rincorsa nel fango e un inizio roccioso di circa un metro seguito da una “duna” alta circa due e parecchio scivolosa anche se inclinata ma non verticale.

Impegnati Svanella e Paolo Ruffoni su altri fronti agonistici il terzo gradino del podio viene impegnato da Pietro De Angelis che con la nuova TRRS coglie l’occasione per il podio chiudendo solo il primo giro addirittura in seconda posizione.

Vittima di un guasto Bertassi è costretto al ritiro poco dopo aver conquistato uno zero alla famosa lastra della zona 3, che aveva fermato nientemeno che anche Codega e Luca Ruffoni.

Nella Expert una prevedibile vittoria di Loris Riva, sempre più composto oltre alla guida reattiva e atletica che avevamo già visto, pilota di casa che comunque ha corso su zone tracciate a sua insaputa, riesce a migliorare un primo giro già ottimo risultando imprendibile già dalle prime battute di gara.

Dopo il totale di 5 punti di Riva c’è quello di Righetto che è in seconda posizione con 13, soddisfattissimo sia della sua Montesa che della sua prestazione su questo tipo di zone che sembrano non impensierirlo per nulla.

Al terzo posto, anche lui riconquistando il podio su terreno noto, Macchè La Corte si distingue per la sapiente gestione del viscido ai danni di Bianchini e Balossi, accomunati in questa giornata da dolori articolari ma comunque vicini ai punteggi da podio con 26 punti entrambi.

Bene ha fatto Bianchini a resistere agli acciacchi ed a partecipare, non solo coglie a Cremia la sua migliore prestazione dell’anno, ma recupera su zone ben più difficili il suo strano rapporto con la zona indoor dove lascia fin troppi punti, a scapito purtroppo della classifica.

Un punto dietro al suo compagno di squadra è sesto Valerio Fantin, giovane che in altre occasioni aveva occupato il podio, a conferma di come Cremia abbia portato novità inaspettate nelle classifiche di più di una categoria.

Fa eccezione il primo posto del giovane Dennis Poncia, che comincia a dimostrare quanto la categoria Amatori sia ormai inadeguata alle sue doti atletiche, a fine gara si divertiva a provare il tronco finale della Superpro, non stupisce che nella amatori concluda a soli 3 punti totali.

Secondo sul podio Luca Conti viene premiato dalle sue capacità di spostare e sfruttare le spinte delle sospensioni in una guida molto moderna conclude a 10 totali dopo aver sperato la vittoria con un primo giro a 1 punto davanti a Stefano Leoni che, invece a fine gara arriva a 17 totali.

Più vicini gli inseguitori, Lorenzo Bettiga a 22 e Gaspare Pomi a 26 che cede sul finale per problemi di salute dopo essere stato al terzo posto per quasi tutta la gara.

Solo un punto in più per Borghetti, ottimo il recupero del suo ginocchio e che secondo i pareri medici di qualche anno fa di prestazioni del genere non avrebbe proprio potuto pensarne.

Conferma sulla vetta del percorso giallo per Flavio Poncia, su zone come già detto più complicate di quanto previsto, nessun problema per lui nel dare aderenza ed infatti è l’unico a chiudere ogni giro senza superare la decina.

Parrebbe che l’esperienza paghi su questi percorsi perché al secondo posto è il superveterano Righetto, che con 36 punti porta la sua Beta al secondo gradino del podio come suo figlio ha fatto col Montesa.

Due punti oltre il meritato terzo di Zucchi, che contiene il parziale al peggioramento delle zone ai danni di un gradito pilota che sceglie Cremia per tornare al Trialario dopo 3 figli.

Per chi lo ricorda, Stefano Balzarotti era stato testimonial sul depliant Trialario di parecchi anni orsono mentre superava un argine di Valmadrera.

Ne fa le spese Vaninetti, ancora a caccia di podi e nonostante la sua relativamente giovane carriera agonistica si permette di avanzare di un punto Sergio Bellati che di podi ne ha collezionati parecchi.

Si susseguono progressivamente i parziali fino ad arrivare all’altro Superveterano, che dall’alto della sua quarantennale esperienza conclude dignitosamente anche una gara come questa, che per il livello di impegno richiesto non favorisce di sicuro chi ha superato i 65…

Tanto di cappello quindi anche a Ezio Permunian che non manca di contribuire a rendere ancora più amichevole il nostro invidiato ambiente.

Tavoli pieni per il ristoro finale organizzato con l’intervento di un autonegozio attrezzatissimo (come abbia fatto a piazzare un tale mezzo pesante transitando per le viuzze di Cremia è ancora da spiegare) e alla disposizione dei tavoli preparata da Teo Pozzi e Davide De Giorgi, con i due utilissimi Mattia a contribuire alla organizzazione.

L’atmosfera autunnale era suggestiva, il tiepido sole che ha accompagnato le premiazioni ha creato una bella cornice che sapeva di celebrazione finale… e invece no, prima di mettere via la tabella del numero ci sono ancora la gara interregionale di FaraNovarese, per chi rientrerà nell’aliquota che può farla, e la vera gara finale di Colico, dove ci sono già state la gara di Regionale e di Campionato italiano ed ora di Trofeo Trialario il14 novembre… come si dice, Dulcis in Fundo?

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