La prima gara della stagione era pronta a partire in condizioni meteo davvero poco ospitali, come a mantenere la tradizione delle precedenti due competizioni organizzate dallo stesso team, famosa quella del 2017 ai piani Resinelli in cui non solo la pioggia aveva messo alla prova i piloti, ma anche il freddo, anomalo per la stagione ancora estiva.

Invece, la buona volontà degli organizzatori è stata premiata, nuvole bianche alternate a cumuli grigio cupo venivano interrotte da brevi sprazzi di azzurro che accendevano la varietà del panorama ed i pendii circostanti con strisce di verde brillante, reso luminoso dalle fasce soleggiate.

Un po’ di freddo lo hanno preso però i giudici nelle prime ore della mattina, ma si sono poi scaldati con l’attività e la temperatura in salita.

Torniamo un poco indietro, perché la scelta delle località non nasce il giorno prima della gara…

Il Barte comincia a disegnare il calendario e a costellarlo di competizioni già con diversi mesi di anticipo e anche le decisioni, su quali possibili gare possono essere considerate degne di aprire il Trofeo, vengono ponderate su numerosissimi parametri.

In questo caso il padre responsabile della manifestazione, o forse madre in quanto è stato lui a partorire su quale versante sviluppare il terreno di gara, è stato Riccardo Ciciliani, regista delle intensissime attività di decespugliamento e liberazione dagli infestanti di quelle che un tempo erano probabilmente zone franose adibite a pascolo nei punti erbosi, ora trasformatisi in bosco di pendio.

Su questo versante, cosi predisposto a distacchi di porzioni di roccia, non è raro trovare quei sassi che ai trialisti suscitano le giuste fantasie, un po’ per tutti i livelli e tracciare diventa abbastanza facile.

Naturalmente tenendo conto di passaggi di trasferimento, proprio grazie a tutto quello che Riccardo ed il suo efficiente team di trialisti ha saputo liberare dagli infestanti.

Il percorso di trasferimento, in salita in andata ed in discesa diagonale e sassosa al ritorno, era abbastanza old style, impegnativo e panoramico, ma non così lungo da massacrare di fatica e grazie al ripristino del passaggio su sentieri che si erano chiusi potrà servire anche agli appassionati di mountain bike da ora in poi.

Disponibilissima anche l’amministrazione comunale di Ballabio, ed il Sindaco che rinnova la sua apertura verso lo sport sano che aveva già dimostrato nella precedente annata.

Un po’ più complessi sono stati invece i tentativi di capire come orientarsi con i terreni sotto la competenza del comune adiacente, che dopo molte e molte comunicazioni sono stati esclusi dalla competizione per impossibilità di ottenere indicazioni comprensibili, ore che avremmo volentieri impiegato altrimenti.

Ad ospitarci per la partenza il complesso ricettivo “La Clavicola”, che come sostegno logistico non ha avuto proprio nulla da eccepire.

Alla prima gara ci sono iscrizioni e partenze tutte da gestire, anche se preoccupati dall’assenza della efficientissima Lauretta, Alessio e Giuliana, sotto l’ovvia supervisione di Luigi, hanno smaltito in breve le pratiche che con ASI sono ancora più agevoli che in precedenza.

Partenza regolare alle ore 10 per i primi concorrenti e senza interruzioni per gli ultimi fino alle ore 10.50 circa, 68 piloti in tutto hanno cominciato a dirigersi verso la prima zona sulle pendici meridionali del Monte Due Mani, che prevedeva un alternanza di prato e sassi con uscita su un pendio ghiaioso, unica difficoltà più marcata per i pro, che avevano un sasso di media altezza con partenza da fermo in leggera salita, è proprio su questa pietra che due protagonisti della categoria Pro hanno messo un ipoteca sulle prime posizioni.

Compostissimo e plastico come sempre, Max Delli Paoli in perfetta sintonia con la sua nuova HM 260, usciva dall’ultimo ostacolo senza alcuna sbavatura, imitato parzialmente da Valerio Fantin, alla prima esperienza nei rossi, più reattivo e dinamico, che posava un piede sull’ultima pietra.

Più in difficoltà nella partenza senza rincorsa De Angelis e Gatti uscivano con tre piedi a testa.

La gara poi proseguiva con risultati alterni, combattutissima tra i primi tre piloti, con delle cadute per Delli Paoli e con De Angelis, che rompendo il collettore di scarico della TRS diventava una fonte sonora individuabile da un paio di chilometri di distanza.

Da favorito Fantin che chiudeva con un ottimo ultimo giro a 8 punti.

De Angelis però limitava molto i suoi errori nelle zone con gli ostacoli più alti recuperando i punti persi su quelle più scivolose e ostiche alla fine vincendo per gli zeri sul giovane Fantin, ottimo debuttante.

Poco dietro il favorito Delli Paoli, colto da un paio di cadute e da uno spegnimento che vanificavano la sua guida precisa.

Ottimo quarto per Gatti, che continua coraggiosamente a cimentarsi con questa categoria riuscendo a piazzare diversi passaggi al livello dei vincitori senza però garantire la regolarità.

Più in alto della Pro, la Superpro era questa volta occupata dal solo Zampieri, che con la sua Gasgas riesce a dare il previsto spettacolo, dimostrando il suo livello atletico e la sua dimestichezza sugli ostacoli di dimensioni superiori, in attesa di vederlo confrontare con altri piloti in questa giornata impegnati nel concomitante campionato italiano.

Non stupisce nella Expert il ritorno al primo posto di Diego Righetto, messo in difficoltà solo dalla scivolosissima terza zona, dove lascia metà dei punti della gara e che si impone di discreto margine sul nuovo ingresso, l’allenatissimo figlio d’arte Dennis Poncia, che in effetti l’anno scorso era fuori posto nella categoria amatori e trova qui, finalmente, qualcuno che gli dà filo da torcere.

Però a pari punti con lui il pur bravissimo Lorenzo Macchè La Corte, contrappone a Poncia una maggior regolarità, ma viene raggiunto e superato dal terzo giro a 2 punti del giovane suo avversario.

Ottimo quarto Riccardo Ciciliani, sicuramente impegnato anche nelle fasi organizzative che però non gli impediscono di strappare uno splendido zero sugli scivolosissimi sassi della zona 3.

Fuori dal podio per pochi punti si  installa davanti ad Andrea Borghetti, anche lui appena risalito dal percorso verde, che già era da considerarsi una conquista dato che i problemi fisici di pochi anni fa non gli garantivano di risalire più sulla moto.

Poco più indietro troviamo un’altra sorpresa, Gaspare Pomi, campione uscente Amatori Over, decide di confrontarsi con gli ostacoli del percorso Blu, traendo dei passaggi più che dignitosi in considerazione del cambio di difficoltà.

Affollatissima la categoria amatori, dominata dal preparatissimo Mattia Ghezzi, che solo grazie all’ultimo giro senza un solo errore supera una Rigamonti in costante crescita molto più a suo agio con la Vertigo.

Due punti in più del secondo e 4 più del vincitore per Gabriele Aldeghi, che già sul podio aveva fatto delle comparse, ed anche stavolta riesce ad accaparrarselo ai danni di Alessandro Arrigoni.

Splendido ultimo giro di Rocco Parolo, dopo un inizio che sembrava averlo tolto dai giochi ed invece si avvicina molto al quinto posto di Lorenzo Bettiga, a soli due punti dal podio e addirittura davanti all’atletico Luca Conti.

Da citare in questa categoria il ritorno di Augusto Balossi, vicecampione expert dello scorso anno ma che torna ai confronti d’epoca, appunto con la sua Garelli, tolte le penalità di Handicap e nonostante l’ultimo giro a zero sarebbe però stato fuori dai dieci.

24 partenti nel percorso giallo, dominato dall’inizio alla fine da Davide Azzoni che ripropone anche in questo trofeo i successi del Campionato Regionale davanti ad un determinato Zucchi, che mette a segno i suoi progressi con la nuova Montesa Repsol.

Torna ai vertici Matteo Molteni, non nuovo a questi exploit ma che mancava dal podio da qualche tempo e che questa volta ci ritorna escludendovi Mambrini.

A pari punti un notevole Zugnoni che siamo felici di rivedere in sella, ed in forma, dopo l’incidente che gli aveva reso inutilizzabile la moto per un bel po’ di tempo.

Penalizzati per retrocessione, ma a livello dei primi Righetto padre e Mauro Raschitelli, il secondo dei quali retrocesso per non sollecitare troppo un’articolazione che lo infastidisce da parecchi anni.

Scontata vittoria per Sara Maffenini, nella Ladies Cup, altra allieva Fisto School che in classifica sarebbe decima, e gradito ritorno per Silvia Borghi seguita dall’esperto e pluripremiato padre, all’epoca componente della Tempesta Cairatese che faceva man bassa di premi nel 2015.

Chiude il podio Ladies Anna Consonni, al suo debutto, pur preoccupata  nel vedere come venivano tracciate le zone che avrebbe dovuto affrontare, si accorge di non essere lontana dal livello degli altri concorrenti.

Le premiazioni arricchite da qualche omaggio per il quarto e il quinto chiudono questo debutto organizzativo ottimamente riuscito e che potrebbe anche fare da preludio ad una gara di Campionato nord Italia ASI… se tutto va in porto secondo gli auspici.

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