Sono davvero molte le persone che dobbiamo ringraziare per questa fantastica trasferta trentina, l’idea è nata infatti dal presidente della Federazione UISP Lombarda che ha voluto unire gli eventi in calendario per questo ponte del Primo Maggio, MX Lombardia e Trialario Interregionale.

La disponibilità della famiglia Trentini nell’offrire la struttura in toto (con tanto di Quad per raggiungere le zone mediante un impervio e ghiaioso sentiero con giudici e personale organizzativo)per l’organizzazione della gara ha molto contribuito a questo atteso successo.

Il posto è senz’altro una celebrazione del motociclismo fuoristrada, pista mondiale di motocross, di enduro estremo e di trial, tanto che a settembre il mondiale di Trial ci sarà davvero, proprio lì, peccato non aver potuto sfruttare anche l’area dove sono in preparazione proprio le zone dove si sfideranno i migliori al mondo, ma la scelta dei percorsi per questa gara di Trialario è stata ampiamente soddisfacente.

Due le zone indoor che hanno reso più vicino anche alla partenza dei percorsi di enduro una parte dello spettacolo da noi offerto, zone indoor con un contorno davvero mondiale, che hanno dato ai piloti partecipanti l’impressione di essere all’interno di un evento internazionale; in effetti così è stato, certamente non potevamo pretendere i migliori al mondo del trial nella nostra gara ma la presenza di Alessandro Nucifora (Campione Italiano TR3) venuto apposta dalla Valsusa e della campionessa Polacca, hanno contribuito ad allargare gli orizzonti geografici del Trialario.

Attività organizzative cominciate già dal venerdì, con Bartesaghi al lavoro fino all’ultimo momento per coinvolgere nell’evento gara le  ricreative collaterali, nonché l’alloggiamento, a cura del Trialario Team e con il grosso contributo degli sponsor, presso strutture locali (ai concorrenti sono stati offerti cena e pernotto in albergo, per chi arrivava la mattina, l’iscrizione era gratuita), tutte situazioni da seguire con attenzione e telefonando e parlando per ore, dopo contatti già iniziati con mesi di anticipo.

Dalle 8 di mattina del sabato invece è partita la faticosa tracciatura, necessario il contributo di Pozzi Matteo, (che ha reso alcune zone soprattutto verdi e gialle più piccanti che non nelle precedenti gare) perché, se è vero che il terreno delle zone era già privo di vegetazione, bisogna pensare che per ogni paletto piantato, la quantità di roccia anche nella terra era tale che era necessario fare prima un buco dove poi entrare con il paletto.

Noi questo ce lo aspettavamo e per avere un po’ meno peso da trasportare a mano e a piedi (rotoli di fettuccia, cassetta con le frecce, pali, graffettatrici, trapano, forche) abbiamo realizzato un punteruolo speciale con tubo in acciaio AISI 308, inox austenitico, resistente agli urti del martello.

Lavoro di tracciatura esteso fino alle 16, e da quel momento è partito il lavoro di segnalazione del trasferimento, termine lavori ore 18.30 con revisione delle zone, subito sembrate più intense che non nella prima gara.

Ha un po’ sorpreso l’umido che è uscito dal primo strato di terreno, pensavamo che il vento del giorno prima potesse asciugare molto di più.

Questo ha reso ulteriormente preziosi gli zeri, dato che volutamente si è cercato di offrire ai piloti che sono intervenuti in questa location da minimondiale una gara degna di essere ricordata anche per l’impegno necessario a terminarla.

Prima di passare alla gara vera e propria è da citare la festosa cena al ristorante ciclamino, celebrata da una quantità notevole di brindisi indetti in grande parte dall’affiatatissimo team della bassa Valtellina, che ha pensato bene di protrarre la serata fin alle tre e mezza come nella migliore tradizione di capodanno.

Per affollata che fosse la sala (abbondantemente oltre gli 80 i presenti tra piloti, accompagnatori, giudici e staff organizzativo) il menù è stato eccellente, cosa più rara quando le presenze sono numerose e gli ospiti che non ci conoscevano hanno apprezzato il buonumore.

In questo caso l’importatore Jotagas con il suo meccanico Francesco e il pilota Alessandro Nucifora, sono rimasti sorpresi per come l’aspetto agonistico non abbia inquinato l’ambiente, ne siamo molto felici visto gli sforzi che vengono fatti proprio per ottenere questo risultato.

Il giorno della gara è partito con più nuvole del previsto, i primi ad affrontare le zone si sono subito accorti che l’aderenza doveva proprio essere cercata con impegno, gli onnipresenti sassi, oltre a muoversi molto nelle rincorse, si ricoprivano velocemente dello strato scivoloso che li rendeva inaffidabili, molto avvantaggiati quindi i conducenti avvezzi a colpi di gas progressivi e capaci di non arrivare a fermare completamente la moto.

Proprio per questo nel percorso giallo parte subito la sfida tra Garzetti e Noris, entusiasti del notevole impegno che queste zone richiedevano per essere fatte; uno dei primi ad avvicinarsi alle zone è stato il Pro Nucifora, che aveva sospeso gli allenamenti per diversi mesi fino all’arrivo della nuova J Gas 2017; dopo uno splendido quanto faticoso zero alla prima zona indoor (dove non c’erano problemi di aderenza) ha dovuto fare i conti con l’umido e questa aggiuntiva difficoltà ha fatto emergere il periodo di inattività invernale. Ha poi ritrovato la forma tecnica all’ultimo giro con ottimi passaggi, ma non ancora abbastanza da recuperare i primo e impensierire Codega e Goggia.

La varietà delle zone ha dato l’impressione che nei Pro la lotta per il primo posto fosse aperta, visto che Goggia per due volte non è riuscito a salire sul sasso della zona della pietraia, era solo una impressione, pur avendo messo parecchi piedi rispetto a quelli che mette di solito e immune ai  

festeggiamenti protratti fino alle tre e mezza, il Sonny è rimasto in testa alla gara in tutti i tre giri.

Passando alla categoria expert, la lotta fino all’ultima zona è stata fra Macché e De Angelis, a pari punti alla fine dei due giri, un po’ di fortuna e il notevole contributo della J Gas 2017, notoriamente molto performante per quanto riguarda la trazione in condizioni avverse ha permesso la vittoria di De Angelis che grazie all’ultimo giro ad un punto supera Macché di un solo punto di vantaggio.

Parecchio distanziato Vitari Marco, peggiorato a metà gara ma terzo alla fine grazie ad alcuni splendidi passaggi fatti al primo giro.

Bravi comunque tutti i concorrenti blu, che hanno dovuto sfoggiare un impegno molto superiore al previsto con soddisfazione notevole per ognuna delle zone finite a meno di tre punti, del gruppo degli inseguitori il primo (quarto alla fine) è Teo Arrigoni, che grazie al terzo giro a soli 13 punti anticipa Bianchini, tornato alle gare dopo 15 anni di assenza, e Maresi che si toglie lo sfizio di superare Gatti e Borghetti grazie a un bel recupero finale.

Rispetto ai blu, e meno spaventati dalle dimensioni dei sassi, i piloti amatori hanno dovuto cedere all’esperienza e alla guida precisa di Balossi, che per nulla impacciato dal guidare una moto dell’età di Raga (un Garelli 320).

L’Aus sfoggia a Pietramurata l’esperienza che gli è valsa anche per essere Campione Italiano della massima categoria d’epoca, e stravince nonostante le penalità aggiuntive.

Ottimo secondo, Acquistapace mostra una tempra notevole, dopo i festeggiamenti protratti fino alla mattina della gara, atletico e concentrato ha avuto facilmente ragione delle zone e dei suoi altri avversari.

Ultimo gradino del podio Macché La Corte prosegue la serie di successi iniziata nelle gare FMI ai danni di Pedroncelli e Bianchi, che ha alternato fantastici recuperi a errori di percorso insoliti, forse anche quelli a causa dei festeggiamenti.

Punteggi in progressiva crescita ma con la caratteristica di aver escluso gli “anziani”, a parte il vincitore dai primi posti, il primo dei veterani è infatti Raschitelli, lievemente infortunato alla mano sinistra, aituato a posizioni più elevate in gare meno impegnative, citiamo alcuni ottimi passaggi di Triaca, non premiato dalla classifica però molto deciso e atletico nei gesti.

Fuori combattimento Noris, per una scottatura dopo una caduta mentre stava vincendo, e grazie due gravi errori di Garzetti, podio misto per il percorso giallo, Arrigoni mette a frutto la sua crescita tecnica vincendo con la Montesa 260.

Al secondo posto dopo un po’ di assenza, Borghi ripropone il successo già raggiunto a Cortenova l’anno scorso, anche lì su una gara difficile.

Battuto da Borghi per gli zeri Buzzetti occupa il terzo posto ai danni di Tavaglione, di un solo punto giù dal podio ma contento perché questo non è il tipo di terreno su cui dà il meglio, si è difeso molto bene anche su questo difficile e tecnico percorso, giungendo davanti  a Garzetti cui un sasso affiorante reso sporgente dal passaggio dei piloti ha bloccato una pedana facendolo cadere nel canale della zona 6.

Tiene stretti i denti Malvestiti, assalito dei dolori non tanto per l’età quanto per un tamponamento subito nei giorni scorsi e non ancora guarito, zoppicante fino al giorno prima ha voluto comunque esserci in questo splendido evento portando a termine la gara in dignitosa posizione a pochissimi punti dai primi.

Analogo discorso per Luca Valsecchi, che praticamente non può quasi piegare la gamba per via di un ginocchio colpito da affezione al condilo femorale, conclude i tre giri in fretta per tornare a curarsi, ci teneva comunque ad esserci e ad omaggiare i giudici degli apprezzatissimi strumenti prodotti dalla sua azienda e che ci aiutano da anni a liberare le zone da ramaglie e rovi.

Decisamente svantaggiata da un percorso così tosto, Clara Macchiavello si toglie comunque la soddisfazione di dimostrare alla campionessa nazionale polacca che le zone si potevano fare, conquistando il podio della prima classifica internazionale Trialario.

Gara di notevole successo, questa di Pietramurata ha regalato ai partecipanti un’indimenticabile possibilità di essere protagonisti in una delle compagini fuoristradistiche più famose in europa, giusto premio del lavoro degli organizzatori e del contributo degli sponsor.

guardate le oltre 230 foto nella galleria Pietramurata 2017 e Arrivederci a Cremia

 

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