I fiocchi di cui parliamo nel titolo sono quelli di neve, quella che è caduta nel week end della gara e non solo sulle montagne, tanto che il vero cuore di questa manifestazione Cristian Azzalini, nella ricognizione del percorso preliminare alla gara ha trovato uno strato di neve, sottile per fortuna, che ricopriva le zone della parte alta del percorso.

Dovendo parlare di questa gara di Buglio ci sarebbe da scrivere un articolo solo sull’intraprendenza si potrebbe dire imprenditoriale dei due personaggi attorno cui ruotano tutte le manifestazioni trialistiche che vengono qui organizzate.

Se Azzalini, con tutta la sua famiglia, ha già riscosso il nostro plauso anche nelle precedenti annate, l’altro uomo indispensabile è l’attuale sindaco di Buglio, Valter Sterlocchi che si è sempre adoperato per rendere più rapide le pratiche con i vari enti ed è quindi grazie a lui che non si sprechi tempo ed energia in lungaggini burocratiche lasciando gli organizzatori stremati ancor prima di tracciare il percorso.

Altrettanta attenzione ed attesa è stata catalizzata dalla Pro Loco, con la preparazione del pranzo post gara costine, affettato, salamelle e polenta al prezzo convenzionato di 12 euro, se il contorno ha soddisfatto tutti i carnivori, la polenta mantecata con il burro è stata confezionata da uno specialista della cucina di montagna, tanto apprezzato da riscuotere un applauso prima della premiazione.

Un altro plauso è sicuramente da tributarsi alla segreteria, che senza ritardi sulle partenze ha gestito la registrazione di 77 concorrenti e 15 miniconcorrenti, tutto questo non potendosi avvalere fino alla fine né di Bartesaghi né di Alessio, spostati sulle zone per fare i giudici in sostituzione di altri due con problemi di salute.

Bisognerà anche dire qualcosa della gara vera e proprie, che questa volta è stata privata del panorama sulla Valtellina, tipico di questa località; tutt’altro, in certi momenti l’umido della nuvola era talmente intenso da limitare la visibilità a meno di quindici metri. Umido di nuvola carico di aroma di montagna e gradevolissimo al respiro ma meno favorevole alla visibilità e alle fotografie.

Accontentiamoci del fatto che non ha piovuto, giusto qualche fiocco di neve ad inizio gara e qualche goccia verso la fine, e comunque fango in discreta quantità.

Molti hanno faticato per venire a capo di quelle zone, alcune davvero impastate da fango che si alternava a sassi, ma, contrariamente a quello che ci si aspettava dopo averle viste al primo giro, tutte quante le zone sono state fatte a zero, segno che alla fine erano state ben calibrate.

Ottimo il comportamento di piloti e giudici, che ha consentito davvero di fare una gara pensando soprattutto alle zone e a divertirsi, sono stati ormai pochissimi i piloti che, coinvolti un po’ dal panico del tempo, hanno superato gli altri nella coda della zona indoor, l’unica dove c’erano una quindicina di piloti ai primi due giri mentre nelle altre si accodavano al massimo cinque o sei piloti.

In effetti un po’ di calcoli per non arrivare fuori tempo andavano fatti, il trasferimento era parecchio lungo e il fatto di invertire l’ordine delle zone poteva essere un vantaggio per non fare code ma poteva allungare i tempi di fine gara, nessuno comunque è arrivato fuori tempo massimo.

Solo tre i ritirati, di cui uno per un guasto, non ostante la difficoltà del percorso ed il clima non troppo tropicale, sicuramente, anche se il contenuto tecnico era presente solo su metà delle zone, la competizione ha premiato l’esperienza oltre che le prestazioni atletiche, il clima avverso ha contribuito ad aumentare il divario tra chi ha più esperienza e chi pratica da pochi anni, un esempio potrebbe essere la scelta del vestiario.

Tra la tante situazioni impreviste, il fatto di avere indumenti che stringono troppo gli avambracci rende faticosissimi gli spostamenti della moto in equilibrio senza che il pilota se ne accorga e rimane con la sensazione di essere poco allenato perché dopo metà zona non ce la fa già più ed invece è solo questione di maniche strette, errore che sovrapponendo una giacca a vento alla solita maglietta sarà capitato a molti.

C’è invece, come Diego Acquistapace, chi ha scelto un abbigliamento molto leggero, resta da chiedersi però come abbia evitato l’assideramento durante il lungo ritorno in discesa verso la partenza. Ma questi giovani di montagna sono robusti.

Dal punto di vista dell’ambiente, la gara è partita sotto il migliore degli auspici, clima senz’altro amichevole ma gran voglia di tornare in gara da parte soprattutto dei concorrenti della categoria Dilettanti, che, contrariamente al nome, quest’anno sembra la più agguerrita.

Tanti piloti con credenziali elevate e tutti potenzialmente in grado di arrivare a podio renderanno quasi impossibile agli altri piloti avvicinarsi alle prime posizioni.

Il primo di questi, grande ritorno, è Noris, reduce dall’infortunio dell’anno scorso occorso a Pietramurata, gara in cui correva con penalità dovute ai successi dell’anno prima.

Con parziali non migliorabili di 5 – 4- 3 piazza la sua Montesa al primo posto davanti a Pedroncelli Mauro uno dei giovani che si erano messi in luce l’anno scorso all’ombra di Tavaglione e soci.

Dopo Pedroncelli a 14 punti si piazza Giorgio Del Pero, che nel corso degli anni ha provato varie moto d’epoca in questo Trialario.

Ad un soffio dal podio troviamo Pomi e Malvestiti, entrambi vecchie glorie e che hanno sfoderato la loro grande esperienza su questo trial di aderenza, separati solo da uno zero superano di un solo altro punto Sergio Bellati giovane in costante crescita tecnica che un po’ alla volta si avvicina al metodo giusto per risalire la classifica.

Ancora un punto più su troviamo Corbellini a 19, altro giovane e Garzetti a 20 con il suo mitico Fantic 240, moto che ha forse più anni dei piloti che lo hanno preceduto.

Classifica completa per la categoria Ladies, con Clara Macchiavello scontata capolista a 39 penalità ma con uno splendido giro finale a 5 punti, entusiasta del suo feeling con la nuova Montesa 260.

Sara Maffenini, gradita nuova partecipante, soffia con largo margine il secondo posto a Silvia Borghi che rispetto allo scorso anno sta crescendo notevolmente e comincia addirittura a segnare qualche zero, impresa non scontata considerando la differenza di forza fisica.

Grossa sorpresa per la categoria Amatori dove si impone con 22 punti il debuttante Venini a spese di Balossi, meno debuttante ma gravato dal peso del suo Garelli d’epoca e da quest’anno senza penalità di retrocessione.

Dai successi del campionato regionale arriva ben terzo il debuttante Trialario Mattia Ghezzi a 26 punti contro i 24 di Balossi.

Al quarto posto invece il giovanissimo Loris Riva, proveniente dal minitrial, mette a frutto l’impegno dei numerosi anni di scuola trial con soli 27 punti.

Sempre un punto in più alla volta troviamo le ottime prestazioni di Bianchi Stefano e Ivan Barilani, vicinissimi come punteggio a questi giovani atleti benché molto più scarsi di allenamento.

Questa categoria conta ben 33 classificati con una grande concentrazione di piloti di buon livello che si danno strenua battaglia sulla classifica e che in termini di punteggio sono separati di pochissime penalità, segno che la loro capacità è ben adeguata alle difficoltà degli ostacoli, spiace poterne vedere premiati solo tre alla volta perché sarebbero molti di più a meritarlo.

Tolta la categoria pro, dove l’unico protagonista Luca Poncia mostra il suo leivello atletico azzerando almeno una volta anche le zone più laboriose e spettacolari, rimane la Expert, quella dove i concorrenti hanno maggiormente faticato in relazione alle difficoltà causate dal fango.

Ben dodici coraggiosi partecipanti si sono confrontati con un percorso che la neve ha reso effettivamente faticoso almeno nella metà delle zone.

Al primo posto, pur con le dieci penalità di retrocessione, De Angelis indovina la giusta condotta di gara con due giri a 12 e uno a nove favorito come già in altre gare bagnate dall’aderenza della jotagas.

In onore di punteggio sarebbe arrivato secondo Delli Paoli, con cinquanta punti, aumentati però a 70 per la retrocessione da campione Trialario Expert nel 2016 (come “minore” di 45 anni).

Sale sul secondo gradino del podio la rivelazione di questa categoria, Luca Ruffoni, che già negli scorsi anni in categoria minitrial aveva mostrato uno stile molto elegante e dinamico, considerata la sua giovane età ed il suo livello (l’unico a fare a zero la faticosissima zona 4) si mette in lista per i possibili vincitori del Trofeo in questa categoria.

Al terzo posto Diego Acquistapace, sempre scattante ed atletico, solo per gli zeri, beffa Bonvini e Maresi, quest’ultimo galvanizzato dalla nuova moto e molto spettacolare nella guida, anche loro a 53 punti rubando il terzo posto.

Solo ancora un punto in più per Luca Acquistapace, promosso per merito e ottimo debuttante in questa classe, per un punto giù dal podio e davanti a Bertolini, un altro pilota proveniente dalla Amatori.

Altro promosso per merito è Pedroncelli, ancora qualche punto più indietro.

Più che tra i piloti, la competizione nella categoria expert è con le zone, poche delle quali quasi facili ma molto intense le altre e che rendono sicuramente soddisfazioni a chi le supera con il punteggio adeguato all’impegno.

Sotto una debole pioggia termina questa prima gara invernale, fortunatamente indovinata nella sua formula di tracciatura.

I piloti, stanchi ma non esausti, si raccolgono nell’ampio salone dove la polenta con le costine a prezzo vantaggioso corrobora e soddisfa anche il palato consentendo ai convitati di applaudire dal tavolo gli amici chiamati a ritirare i premi.

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