Il clima che ha salutato il primo di maggio era notevolmente autunnale, le cime di Grigna e Resegone ben ammantate dal bianco che ci si aspetta d’inverno ma che ormai non è detto che sia più frequente in dicembre che in maggio.
Freddo anche in pianura, i piloti che hanno già corso le prime gare delle stagione coperti solo dalla maglietta traforata hanno potuto tirare fuori dall’armadio giacchini termici ed impermeabili più che mai necessari per il primo giro.
Un po’ più caldo è arrivato in seguito, quando dopo le 11.30 ha smesso anche la pioggerellina, e allora il trasferimento è diventato la cosa che scaldava molto più dei giacchini.
Pioggia annunciata, abbondante nella serata del sabato, quindi nessuna sorpresa per i tracciatori che hanno sviluppato il percorso di questa gara ormai classica seguendo i dettami delle zone del Trialario: zone non pericolose, corte piuttosto che troppo lunghe in termini di percorrenza e se possibile con ostacoli non troppo dispersi o da affrontarsi con eccessivi spostamenti.
Questo si traduce. in linea di massima. in rapido smaltimento degli accumuli di piloti all’ingresso della zona.
Accumulo di piloti che visto il clima non ci si aspettava proprio … e invece 79 temerari alla partenza, decisi a prendere parte a quella che in termini di impegno in zona si presenta come una delle gare più intense del campionato.
Pochissimi i ritirati e poche anche le code, quasi tutti hanno terminato la gara con circa un ora e mezza di anticipo sul tempo a disposizione, buona la scelta di molti di alternare la percorrenza delle zone tra i gruppi delle sezione 1-2-3 e 8 al giro del trasferimento “lungo” che prevedeva le zone 4-5-6-7 da farsi per motivi di posizione sul sentiero in ordine obbligato.
L’arrivo dei primi piloti alle zone 1 e 2 ha destato nei tracciatori un po’ di preoccupazione, le zone, già impegnative da asciutte, da bagnate, a causa di sassi coperti da muschi poco visibili, diventavano davvero infide.
Comunque, con non poco impegno, il 3 era alla portata di tutti (almeno per le categorie gialla e verde).
Notevole la differenza tra chi ha appreso il trial cominciando dagli spostamenti e i piloti di vecchia guardia, questa non era proprio la gara per guidare con il bacino spostato verso il manubrio (come fanno alcuni giovani che grazie a questa posizione spostano il posteriore con gran facilità).
Si sono visti molti errori anche da parte di piloti che l’anno scorso sono saliti sul podio diverse volte, sicuramente più avvezzi a percorrere terreni diversi con molta più aderenze, si avvicinavano agli ostacoli con andatura irregolare e accelerando prima dell’ostacolo, facendo ovviamente pattinare il posteriore con addio alle possibilità di fare zero.
Esperti della guida continua e con andatura regolare sono senz’altro Noris, Malvestiti, Tavaglione nella categoria Dilettanti e Rocco Parolo nella Amatori, che infatti hanno fatto vedere come la guida old style sia ancora un buon investimento.
Le zone di Valgreghentino si sono dimostrate abbastanza varie, sebbene 4 tracciate all’interno dello stesso torrentello che ha fatto da colonna sonora per tutte le gare di questa località, nelle altre 4 il fango si alternava alle pietre di diverse dimensioni che aumentavano in numero e volume al salire delle categorie.
Solo due però le zone che sono peggiorate al passare dei piloti, bene o male, tutte le altre è stato proprio grazie al fango che smerigliava le pietre che aumentavano in fatto di aderenza.
Quindi, alla fine, i punteggi delle prime due categorie sono comunque stati nella media, cosa che non ci si aspettava soprattutto dopo aver visto le fatiche dei primi a tentare i percorsi di gara.
D’altro canto si deve sottolineare che durante la tracciatura, oltre ai circa 1500 metri di percorso decespugliato, per preparare gli inviti, chiudere i buchi che si erano formati nel torrente e rendere meno sconnesse le rincorse, nei dieci giorni precedenti la gara, sono stati spostati circa 30 quintali di sassi a mano.

Il tutto approfittando anche della vicinanza dell’abitazione del simpatico Orazio, il giudice della zona 5, che ha largamente contribuito a rendere praticabili zone e trasferimento con la sua opera.
Anche grazie a questo ci ha fatto piacere sentire che l’indice di gradimento della gara è stato molto elevato, sicuramente più delle attese considerando il clima ed il fango.
Categoria Dilettanti, terminato l’esilio delle penalità aggiuntive, Noris torna a dominare il percorso caratterizzato dalle frecce gialle, nessuno come lui, così abituato a tenere la moto dove un po’ di muscolatura in più può aiutare, poteva essere il favorito in questa gara; infatti così è stato, totalizza però ben 18 penalità, un totale che evidenzia la fatica che potevano aver fatto anche i favoriti.
Solo un punto in più per Barilani Ivan, figlio d’arte, per nulla spaventato dal fango.
Ancora un punto in più per Luca Conti, del team Tre Pievi come il suo avversario, giunto davanti a Pomoli solo per gli zeri.
Siamo al quinto posto con Paolo Borghi di cui ricordiamo lo splendido primo posto di Cortenova seguito da Pedroncelli che arriva sesto a 22 punti, ben 6 piloti in 4 punti quindi, tutti potenzialmente vincitori per un banale errore in meno.
Un’altra schiera di piloti si concentra intorno ai 30 punti, il primo di essi è Matteo Pozzi, giunto settimo, che fino all’anno scorso non amava questo tipo di terreno ma a quanto pare deve essersi allenato sullo sconnesso per riuscire a chiudere un ottimo giro a 6 punti.
A 34 punti pari merito due piloti che di questo percorso erano già conoscitori negli anni 80 (il moto club olginate forniva già all’epoca almeno una ventina di piloti che hanno vinto diversi campionati ed organizzato su questi stessi posti molte gare), Garzetti e Malvestiti difendono bene il loro onore conquistando l’ottava e nona posizione.
Grande prestazione per Clara Macchiavello, giunta alla fine della gara di Cortenova subito dopo essersi diplomata Campionessa Regionale di nuoto e sfoggiando un taglio di capelli a caschetto che la ringiovanisce ulteriormente.
Grazie anche ad uno zero alla fangosissima zona 5 che vedrete nel video, con tanto di ovazione calcistica dei presenti, si piazza decima anche lei a 34 punti, ed ovviamente miglior lady.
Fuori dai dieci per le penalità dovute al podio finale dello scorso anno, anche se all’ultimo giro aveva fatto un 5 e tutti zeri, Tavaglione ci sta quasi prendendo gusto ad andare bene anche senza arrivare a podio (a Cortenova era arrivato 7° girando a 1 punto totale).
Per la categoria Verde partiamo invece da Rocco Parolo, di cui avevamo menzionato la confidenza con la guida no stop, finito 10° per le penalità aggiuntive ma che senza di quelle avrebbe vinto, con dei punteggi parziali eccezionali.
Peccato aver fatto proprio quest’anno una prestazione così eccellente, quando il podio dell’anno prima gli comporta 20 penalità per gara.
Dal nono posto, in crescendo, Bertolini e Pedroncelli insidiano un Capelli che in gare dove serve impegno mette a frutto l’esperienza degli anni passati quando faceva la categoria blu (dieci anni fa).
Sopra Capelli abbiamo Sozzi, anche lui tornato alle gare dopo una quindicina d’anni di stop, che non teme affatto le difficoltà dei verdi.
Davanti a Rizzi, giunto 5°, lotta all’estremo tra Acquistapace e Mengotti, la spunta quest’ultimo, già vincitore a Cremia, nonostante un’infiammazione alla spalla che gli ha dato parecchi problemi in alcune zone.
Brutta partenza per entrambi i primi due piloti, sia Beppe Valsecchi che Davide Nava partono con dei parziali non degni della loro levatura, entrambi però non sbagliano più quasi nulla per tutta la gara conquistando la posizione che spettava loro, Valsecchi al 1° posto con 13 punti contro i 18 di nava.
Accomuna entrambi la capacità di guidare sia con gli spostamenti che con il no stop ed in una gara come questa le loro abilità sono senz’altro state usate fino in fondo.
Decisamente molto selettive le zone del percorso blu, dove bastava una miglior padronanza della trazione ad uscire apparentemente senza difficoltà in parecchie zone dove altri facevano fatica a partire.
10 i piloti che si sono coraggiosamente sfidati su zone in cui comincia ad esserci qualche passaggio spettacolare, di proposito scelto uguale a quello dei rossi in alcuni ostacoli.
Aiutato molto da una Jotagas che sui sassi con fango ruvido tiene l’aderenza praticamente come se fosse asciutto, De Angelis riesce a recuperare lo svantaggio dei 10 punti di penalità iniziali.
Chiudendo a 30 totali lascia in seconda posizione Matteo Spreafico, ottimo ex rosso sicuramente più a suo agio sull’asciutto ma anche qui abbastanza bravo da mettere dietro, per un solo punto, Fabio Macchè che chiude a 47 penalità, unico tra l’altro a passare al primo giro a zero la prima zona con passaggio uguale ai rossi.

Nell’ordine, a pochissimi punti di distanza, si classificano Azzalini con 57, Acquistapace Diego con 60, Claudio Conti con 61 ed Arrigoni con 63.
Seguono un po’ distaccati Borghetti, Poncia e Gatti, tutti però encomiabili per le difficoltà affrontate.
Pochissimi i Pro, decimati dalla concomitanza con il Campionato Italiano.
Vince molto meritatamente Gianoni, pilota dallo stile reattivo che si dice amante del fangoso e che in questa gara lo ha ben dimostrato.
Tradito da un errore di passaggio in una bandierina sbagliata, arriva secondo Sonny Goggia, a 20 punti contro i 16 di Gianoni, mentre solo due punti in più per il pur bravissimo Codega.
Ritirato purtroppo Cristian Azzalini per la rottura di entrambe le pedane, non prima però di aver fatto uno splendido zero al sasso della zona 6 (affrontato dalla parte alta con la rincorsa sul sentiero viscido, non dal lato).
Ottima anche la conclusione, quando la tregua di pioggia stava per essere interrotta da un leggero spruzzo.

Massiccia presenza infatti alla premiazione, forse grazie anche alla cucina offerta dall’Osteria del Bindon che ha ospitato la manifestazione preparando alla fine varie forme di arrosti tra cui lo stinco, ottimo per il clima nordico che ha contrassegnato questa giornata da “duri” appassionati del terreno “molle”.

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