Veramente molto tecnica, in tutte le zone questa gara tracciata con il contributo di quasi tutta la Famiglia Azzalini (due generazioni di trialisti ed organizzatori di gare) e anche grazie ad un Amministrazione Comunale molto dinamica ed in contatto con gli enti di gestione del territorio boschivo.
Tutte le categorie hanno dovuto affrontare una serie di percorsi che, malgrado l’uniformità del territorio, sono stati tracciati per presentare difficoltà di diverso tipo.
I percorsi giallo e verde hanno offerto spunti per ostacoli di vario genere anche con caratteristiche di guidato e contropendenze che non sempre si trovano, in alcune zone era conseguente il necessario impegno, anche solo per fare il tre, da parte di molti dei piloti in gara.
Il punteggio dei vincitori, a causa anche del livello dei primi, molti dei quali non sfigurerebbero nelle categorie superiori, è comunque rimasto abbastanza contenuto.
Come raramente accade, in tutte le zone c’era qualcosa che poteva costringere a scendere dalla moto e se lo zero, in quelle facili, era alla portata anche dei piloti di bassa classifica, quelli di classifica alta non potevano comunque guidare troppo rilassati.
In tutte le classi più di un pilota da podio ha pagato le conseguenze di un terreno che, scavandosi, ha scoperto sassi o radici che hanno trasformato in tremende trappole anche i passaggi percorsi a zero dai gialli.
Un esempio della zona 7, dove piloti da podio blu hanno dovuto lasciare tre piedi sull’uscita che era la stessa dei gialli, la stessa uscita ha causato ben quattro ribaltoni in discesa (senza infortuni) a piloti il cui manubrio ha urtato un ramo apparentemente fuori traiettoria.
Partendo dalla categoria gialla non fa testo il piccolo Azzalini, pilota di casa, anche se le zone sono state tracciate in gran parte su terreno vergine che regola i suoi inseguitori con la metà o meno dei punti.
Danieli, al secondo posto, si infila in un gruppo di piloti più o meno coetanei della figlia, dimostrando che la guida dei bei tempi del trial ancora paga rispetto agli spostamenti, almeno su gialli e verdi, altra bella sorpresa è il settimo posto di Acquistapace Diego, notevole perché guida un 50 cc, mentre i 28 punti di Malvestiti significano che il livello della tracciatura gialla è stato calcolato con perizia.
Chiude la classifica Bergamasco, che decidendo di provare le zone verdi anzichè quelle del colore della sua tabella conclude la gara con numerosi 5 sul cartellino che non rispecchiano il suo reale valore.
Nella categoria Verde da queste difficoltà apparentemente superabili emerge con la sua guida fluida e regolare e soprattutto con i suoi nervi d’acciaio, l’intramontabile Garzetti che, stavolta oltre a lasciar dietro i suoi coetanei si prende il lusso di superare quei giovani, ignari che alla stessa età “il” Garzetti correva sulle stesse zone dove duellavano Bosis, Favarin e Andreoli.
Macchè, Bonvini e Bassi, quest’ultimo consigliato nientemeno che dall’ex seguidor di Maurino, hanno girato comunque molto forte (peccato il tre alla zona sette di Bassi che stava girando a uno) ma non abbastanza per un Garzetti oggi stratosferico nella sua Valtellina.
Meno privilegiati da tante zone, da guidare, Della Corte e Meloni, unico verde con tre zeri alla sette, forse desiderosi di cimentarsi su percorsi con ostacoli più alti.
Si assiste con rammarico al ritiro di Addis, ritiratosi per problemi fisici dopo aver percorso due giri a livello dei migliori.
Tra la tracciatura delle zone verdi e quella delle blu e rosse c’era un notevole salto; abbastanza lunghe con ostacoli in grado di incutere rispetto anche ad alcuni rossi e con diversi passaggi dove era necessario posizionarsi e partire da fermo con slancio, le zone blu tracciate per l’occasione hanno costretto anche i migliori ad esprimere fino in fondo il loro livello tecnico.
Duello a colpi di zeri tra il sempre composto ed equilibrato Acquistapace Fabio e l’acrobatico Azzalini Cristian, di casa e a suo agio su questi ostacoli ma anche impegnato fino a poco prima della partenza con l’organizzazione di una gara di notevolissimo livello, coerografico e organizzativo.
La spunta Azzlini per soli due punti su Acquistapace ma tra il secondo e il terzo (Ruga Michele, straordinariamente a suo agio sui sassoni, seppur con il 125) ci sono la bellezza di 26 punti, altri 26 punti ci sono tra il terzo ed il quarto, Bellotti ormai abituato a essere il migliore della over 40.
Come capita nelle gare di campionato italiano, oltre al livello tecnico delle zone di Buglio, sono aumentate quelle circostanze che al Trialario non sono frequenti, guasti alle moto (non solo per cadute), timbrature delle zone per risparmiare tempo e diverse cadute spettacolari (ma senza necessità di cure mediche), situazioni che ovviamente hanno coinvolto le categorie maggiori come contropartita dell’elevato livello tecnico.
Il notevole numero di ostacoli ha elevato il tempo di permanenza in zona, non solo dei rossi ma questa volta in alcune zone anche dei blu, e l’organizzazione ha deciso che è venuto il momento di introdurre il tempo massimo in zona almeno per i rossi visto anche che il sistema dei tablet dei giudici già lo prevede.
In tema di tempo massimo, il record di permanenza in zona, detenuto da Pomi Mauro con 5 minuti e 40” dalla gara di Sormano nel 2008, è stato polverizzato a Buglio da Riccardo Cattaneo che per il mitologico 0 alla zona 8 (su una catasta di centinaia di tronchi spettacolarissimi alta fino a 3 metri) ha impiegato oltre 10 minuti.
La compagine rossa è quella dove la tracciatura di questa gara ha espresso, come ci si poteva aspettare, il più elevato livello tecnico, la regola non scritta dei tre ostacoli per zona è stata in questo caso derogata a vantaggio di selezione e spettacolarità grazie al numero di sassi di tutte le forme che offre per i trialisti questa pineta fantastica.
Ognuna delle zone aveva almeno un ostacolo che costringeva a partire da fermo con il motore a manetta, lo spettacolo era garantito comunque, anche se (data la dimensione di alcuni ostacoli) si può ben immaginare cosa succedeva a chi ci provava senza riuscire a salire.
Ha dato un’ottimo esito la collaborazione tra Luca Petrella e Andrea Fistolera, che in questa gara oltre ad essergli avversario gli ha fatto da seguidor per sviluppare ulteriormente in lui l’atteggiamento professionistico, situazione che li ha accomunati anche nella moto dopo il guasto del prototipo HM sviluppato da Fistolera, per nulla disorientato dal dover guidare una Jotagas di serie, mai vista prima, dopo un po’ di affiatamento il Fisto chiude in terza posizione subito dietro al pilota di cui ha seguito la gara.
Altri problemi meccanici, oltre a quelli del prototipo di Fistolera, hanno afflitto Zampieri, per guasto al freno posteriore della sua Beta e della Ossa del padre, Orfenghi, ancora perseguitato dai problemi di alimentazione della sua Sherco e nonostante quello autore di esemplari ed acrobatici passaggi a zero mentre litigava con il carburatore, non disposto a fare il suo dovere.
Nelle altre categorie numerosi piloti, tra cui Dino Poncia che tra una zona e l’altra faceva da “acchiappatore” per Davide Poncia e per Orfenghi, hanno dovuto ricorrere a fantasiose soluzioni per terminare la gara dopo il forfait del loro veicolo.
Come nelle altre categorie, grossi distacchi tra un pilota e l’altro, come si vorrebbe nelle gare selettive in cui un 5 può essere recuperato guidando bene il resto della gara.
Va evidenziata la buona volontà dei due piloti con il 125 e il loro coraggio pur senza l’aiuto del motore, in argomento comincia a farsi notare Galbani Nicholas, motivatissimo nel eseguire inspiegabili balzi per superare gli ostacoli quando sembrava che la moto fosse ormai ferma.
L’ennesima vittoria dell’ex pilota del team Italia Riccardo Cattaneo chiude il dubbio se ci potessero essere altri vincitori su zone più difficili, la grande stabilità mentale gli ha consentito l’ultimo giro a zero senza nemmeno i rischiosi recuperi che si erano visti nell’ultima gara.
Fantastica e ricchissima la premiazione (oltre alle consuete estrazioni) grazie ai gadgets e ricambi messi in palio dal negozio mobile di Dario Re delle Gandine, con qualcosa persino per i giudici, arrivederci all’anno prossimo sperando di ripetere il successo di una gara difficilmente migliorabile.

Pietro De Angelis

2 Commenti. Nuovo commento

  • viperozza
    24/09/2013 12:11

    Bel riassunto e bella gara. Mi permetto di fare qualche osservazione, da vedere in ottica puramente costruttiva.

    – Tempo di gara: se i partenti sono 90, perchè 30 piloti devono correre con minore tempo a disposizione rispetto agli altri? Tante volte pur arrivando presto alla partenza non si riesce a partire prima delle 11 e di conseguenza si ha meno tempo rispetto alle 5 ore che hanno a disposizione tutti i primi 60 partenti. In gare come questa dove si corre dall’inizio alla fine per non fare FTM quel quarto d’ora perso alla partenza fa la differenza, eccome.

    – Tempo in zona/piloti fuori classifica: capisco la politica del trialario nell’attuare il regolamento piu semplice possibile, e a riguardo sono pienamente d’accordo ma tante volte avviene che (in zone particolarmente complicate) un pilota stia in zona per tantissimo tempo a discapito degli altri concorrenti. Un esempio è la zona 8 dei rossi che (i pochi in grado di farla) li teneva occupati per moltissimo tempo. La butto lì: visto che si ha già il fantastico sistema dei tablet forse non vale la pena introdurre anche il tempo minimo in zona?Col tablet probabilmente sarebbe semplicissimo calcolarlo.
    Capita spesso, inoltre, di avere davanti a sè in coda piloti non iscritti e non tesserati che rubano tempo preziosissimo ai piloti. Forse sarebbe meglio proibire l’accesso a queste persone salvo che non ci sia nessuno in coda.

    • President
      25/09/2013 7:04

      Faccio notare che :

      1) leggendo attentamente nell’articolo c’è scritto che i tablet gestiscono il cronometro in zona e che prossimamente sarà introdotto il tempo in zona per i piloti PRO

      2) che fino alle ore 10,11 erano partiti solo 4 piloti, quindi non c’era tutta questa fretta da parte dei piloti di partire… L’ultimo pilota in coda alla partenza è partito alle 11,14 per cui…

      3) Il trial è anche tattica: come mettere un piede per evitarne tre è tattica anche partire prima o dopo può essere vantaggioso o meno, così come timbrare una zona per evitare la coda è una mossa tattica che molti non riescono a capire e guardare meno le zone anche… Ricordo che ad alcune gare di regionale a cui partecipavo il tempo a volte veniva aumentato dalle 6 ore fino alle 6,30 o addirittura 7! Ciò significa che se anche noi lo aumentassimo ci sarebbe sempre qualcuno che lo vorrebbe aumentare ulteriormente…

      4) Le moto senza regolare tabella numerata NON SONO AUTORIZZATE ad entrare nelle zone e non mi pare che nelle ultime gare sia successo qualcosa di simile: se dovesse succedere non capisco perchè i piloti non provvedano in proprio a cacciare questi intrusi o almeno a farlo notare ai giudici di zona! Il direttore di gara non può essere dappertutto!

Devi essere connesso per inviare un commento.
Menu